Un imponente drago alato
Tra le tante montagne misteriose che esercitano su di me un fascino intenso ed intrigante c’è, tra i primi posti, il Picco di Vallandro.
Se osserviamo questa cima dai Bagni di Braies Vecchia, in Alta Pusteria, ci troviamo di fronte ad un’impervio e sublime blocco di rocce dolomitiche, puntellato di guglie sottili e aguzze simili alle scaglie di un mitologico animale.
Influenzata dai racconti inventati dei miei genitori, fin da piccola ho sempre avuto davanti agli occhi il Dürrenstein, il nome in tedesco del Picco di Vallandro, nei panni di un gigantesco drago addormentato, messo lì a custodire il soffice manto verde scuro di pini e abeti e chissà quali antichi segreti montanari.
Mi è sempre sembrata una cima pressochè irraggiungibile, se non tramite impervie vie d’arrampicata, e per lungo tempo il suo nome ed il suo irregolare profilo sono rimasti latenti nella mia memoria, nascosti in un remoto cantuccio.
Fino all’estate scorsa in cui, durante un bellissimo tour della Val Pusteria con un gruppo di amici, la misteriosa montagna non ha fatto capolino tra i nostri discorsi, e si è inserita tra i nostri progetti di viaggio.
PICCO DI VALLANDRO: I DUE LATI DELLA MONTAGNA
È incredibile come certe cose cambino radicalmente quando si adotta una prospettiva diversa. Non bisogna mai fermarsi alle apparenze.
Questo è proprio il caso del Picco di Vallandro. Se da un lato i suoi 2839 metri d’altezza si ergono in una fortezza di pietra invalicabile (e in un drago fumoso), dall’altro la situazione è ben diversa: un morbido tappeto foderato di prati verdi e di placide mucche brucanti che si estende fino ad una bianca e innocente pietraia.
E là, tra le candide pietre, c’è la croce, la sommità della dicotomica montagna.
Il richiamo di quel puntino di ferro, lassù, è irresistibile. Il vento frizzante che scende giù dai canaloni di roccia ci porta, in un eco lontano, le parole misteriose del gigantesco dinosauro: egli ci invita a salire e ad andarlo a trovare, per vivere di persona la bellezza del suo regno dall’alto.
ESCURSIONE AL PICCO DI VALLANDRO DA PRATO PIAZZA
- Dove: Dolomiti di Braies, Gruppo della Croda Rossa (provincia di Bolzano, Trentino Alto-Adige)
- Quando: in estate e in autunno
- Punto di partenza: rifugio Prato Piazza (1991 metri s. l. m.)
- Punto di arrivo: cima del Picco di Vallandro (2839 metri s. l. m.)
- Difficoltà: medio-facile (sentiero alpinistico EE – per escursionisti esperti)
- Tipo di via: via normale
- Tipo di percorso: sentiero e traccia segnata (questa soprattutto nell’ultima parte, in cui è presente un breve tratto di fune metallica)
- Dislivello di salita: 848 metri
- Tempo di salita: 2 ore e 30 minuti (in realtà, se si è allenati, sono circa 2 ore, anche un po’ meno)
Una mattina di sole brillante ci accoglie quando parcheggiamo la macchina a Prato Piazza. Per arrivare qui conviene percorrere il ramo laterale sinistro della Valle di Braies, passando per Bruckele-Ponticello (a 1491 metri). La strada, a pedaggio (costa 6 euro) sale silenziosa lungo un paesaggio da fiaba, e termina presso un ampio piazzale.
Conviene anche alzarsi molto presto, poichè dalle 10 di mattina non è più possibile percorrere questo tragitto (in alternativa si possono utilizzare i mezzi pubblici, vi spiego tutti i dettagli pratici alla fine dell’articolo).
Dal parcheggio, un’ampia strada sterrata ci porta, in una decina di minuti, al campo base dell’escursione: il Berggasthaus Platzwiese, meglio conosciuto come Rifugio Pratopiazza.
Nei pressi di questo ridente e accogliente rifugio siamo a quota 2000 metri, tondi tondi. Imprescindibile un caffè caldo, per ottenere la giusta dose di energia, e per fermarsi un attimo a contemplare la bellezza fiabesca del luogo.

Prato Piazza è un piccolo e silenzioso altopiano nel Parco Naturale Fanes-Sennes-Braies, incastonato tra alcune delle più belle cime dolomitiche: il nostro Picco di Vallandro, nel suo versante dolce ed erboso, e la meravigliosa Croda Rossa, per citarne due.
Anche se, da questi meravigliosi prati, è possibile vedere anche il Monte Cristallo, le Tre Cime di Lavaredo, le Tofane.
Si respira erba, pino mugo, libertà.
L’INIZIO DELLA SALITA
Accanto al rifugio c’è una piccola chiesetta bianca. Proprio lì, un cartello di legno indica la via per il Dürrenstein: è il sentiero CAI numero 40 quello che dobbiamo imboccare.
Comincia l’ascesa, ma il fiato corto del mattino non abbatte il buonumore: il paesaggio intorno, fatto di erbosi pascoli, cielo azzurro e nuvole, non dà spazio ai pensieri pesanti. Questa è la magia della montagna.
Si pensa solo a mettere un piede dopo l’altro.
Superiamo, a quota 2040 metri, il segnavia per il sentiero 33, che imboccheremo al ritorno per andare al Rifugio Vallandro, e continuiamo imperterriti sul nostro 40. La salita diventa più irta e pendente, procedendo ad ampi zig-zag nel verde pendio tra una piccola città di sassi via via più popolosa.
Placidi bovini ci osservano imperturbabili, ruminando incessantemente. Dall’alto della loro saggezza non prestano troppa attenzione all’essere umano, ma ci rallegrano comunque il percorso.
E poi, da qui, la vista è mozzafiato: si domina interamente l’alpe di Prato Piazza e il suo declivio, ci si ritrova faccia a faccia con le impressionanti tonalità cromatiche della Croda Rossa.
Si cominciano inoltre a scorgere i tre profili più famosi delle Dolomiti: le Drei Zinnen.

Pian piano, il pascolo si dirada, le rocce iniziano a sovrastare il verde dei prati in un bianco candore. Ci addentriamo nel cuore della pietraia, l’ultima parte del percorso, quella che precede di poco la cima. In questa cresta di rocce si continua a salire, consapevoli di essere già sul dorso del drago addormentato.
Possiamo infatti apprezzarne le pericolose e acuminate scaglie, e le dense nuvole del suo fiato ci avvolgono a intermittenza.
In breve tempo, si arriva all’anticima.
Per approdare alla ormai vicinissima croce, è necessario attraversare un piccolo tratto di cresta un po’ esposto, per il quale è possibile aiutarsi con la fune metallica. Una volta superato questo punto il gioco è fatto: tramite la piccola forcella, si risale velocemente e si arriva in un baleno a toccare la possente insegna di ferro.
SU UNO DEI TETTI ALTOATESINI DEL MONDO
Im Kreust Ist Heil, recita la scritta sopra di noi. Nella croce c’è la salvezza.
E non solo, aggiungo io.
C’è anche quel senso di felicità e completezza tra i più belli e puri che esistono, c’è l’orgoglio per se stessi e per le proprie forze, c’è il sollievo, c’è la bellezza delle cose semplici ma capaci di arrivarti dritto dritto al cuore e farlo palpitare di nuova linfa vitale.
Siamo a 2839 metri d’altitudine, possiamo toccare le nuvole con un dito e sentirne la loro umida consistenza che ci avvolge.
Simpatici gracchi alpini ci accolgono in un frullio d’ali e ci mostrano la loro dimensione di vita: un panorama a 360 gradi sul mondo dolomitico e sulle alpi austriache.
Dolomiti di Sesto, Croda Rossa, Croda del Becco, Tre Cime di Lavaredo, Alpi Pusteresi, Gruppo del Cristallo. Mi assaporo tutto questo mentre addento il mio panino speck e formaggio pensando a quanto amo la montagna, a quanto amo, ora, questo pacifico drago fumoso che mi ha accolto sulle sue possenti ali e mi ha aperto un mondo di meraviglia.
Sul libro di vetta scrivo la solita frase che riservo a queste imprese:
Only where you have been by feet, you have been really.
Non credo ci sia una verità più assoluta di questa.
LA DISCESA E IL RIFUGIO VALLANDRO
Il tempo di imbracciare nuovamente lo zaino e ritornare sui propri passi, scendendo verso la civiltà, arriva sempre troppo presto.
Salutiamo questa grandiosa cima ed il suo fedele custode di pietra, e cominciamo la lunga marcia verso giù. Forcella, crestina con fune metallica, pietraia, città dei sassi, pascoli, mucche.
Ma prima di tornare al rifugio Prato Piazza e al parcheggio, c’è un’ultima, imprescindibile tappa: il rifugio Vallandro.
Quando si arriva al famoso bivio con il sentiero CAI 33, già parecchio in basso, lasciamo il nostro amato 40 e imbocchiamo il nuovo sentiero. In una cornice suggestiva di piccoli pini mughi, funghi assurdi, scoiattoli e tutta la potente bellezza naturale di Prato Piazza, si giunge in meno di mezz’ora, all’obiettivo.
Una bella casetta di legno, che ci accoglie con una fetta di strüdel o un piatto di fumanti Kaiserschmarren mentre fuori il cielo si addensa di nubi e di pioggia.
Cosa posso volere di più dalla vita?
Ricapitolando
- L’escursione al Picco di Vallandro consente di arrivare in cima a una delle più belle cime dolomitiche, con un panorama meraviglioso e a 360 gradi. Un’avventura imperdibile se vi trovate in Val Pusteria!
- Partendo già da un’altitudine elevata, 1990 m, il tragitto per conquistare il Picco è abbastanza corto e relativamente semplice. A eccezione della piccola cresta esposta e attrezzata, il sentiero è di facile percorrenza e adatto a tutti, famiglie con bambini comprese. Tuttavia, è importante essere ben allenati, e che i piccoli siano abituati a camminare in montagna!
- a Prato Piazza si accede da Ponticello tramite una strada di montagna a pagamento, di circa 10 km e fino alle ore 10 di mattina. In alternativa, si può raggiungere il parcheggio in autobus, per maggiori informazioni consultate qui orari e fermate.
Detto questo, e con il ricordo vivissimo di questa splendida avventura, vi saluto e vi do appuntamento alla prossima puntata montanara!
Auf Wiedersehen! ♥

Valentina, l’autrice di Kilig Travel Blog
Scrivo, fotografo, mangio e racconto storie sul mondo e sulle cose belle. Amo l’autunno, i libri, i piccoli borghi, i tramonti sul mare, la mia gatta Trippy, i tortellini in brodo (sono bolognese, come potrebbe essere altrimenti?), il basilico, il caffè.
27 commenti
morenobo · 14 Settembre 2021 alle 13:32
Grazie per le tue informazioni, in effetti l’ascensione è stata senza problemi per il mio cagnolino che nella discesa si è dedicato al vano inseguimento delle numerose marmotte. Il panorama da lassù è davvero notevole!
Valentina · 29 Ottobre 2021 alle 10:30
Mi fa molto piacere che sia andata bene! 🙂 Che simpatico il cagnolino che cercava un’interazione con le marmotte! Il Picco di Vallandro regala sempre splendide emozioni!
Moreno Borz · 11 Settembre 2021 alle 10:46
Ciao, complimenti per il tuo blog, volevo sapere se questa escursione è adatta anche ai cani
Valentina · 13 Settembre 2021 alle 18:40
Ciao Moreno, grazie mille! Mi fa davvero piacere! L’escursione non è difficile, si svolge sempre su sentiero e in salita graduale.. Forse c’è solo un trattino prima della cima, in cui c’è un cavo metallico, che potrebbe essere più difficile… Ma le rocce sono buone!
Claudio · 10 Gennaio 2021 alle 19:50
Cao Valentina, adesso è molto più chiara la splendida escursione che hai brillantemente descritto. Se tutto va bene la effettuerò a fine giugno prossimo. Io sono nato vicino al mare, ma montagna, escursioni e passeggiate non le cambio con nulla. Entrambe bellezze naturali, ma senso di libertà e pace profondamente diverse. Grazie ancora e a presto. Un caloroso abbraccio Claudio
Valentina · 12 Gennaio 2021 alle 14:55
Ciao Claudio! Ti ringrazio di cuore per il tuo bel commento, sono davvero contenta che ti sia piaciuto l’articolo! Si tratta di un’escursione stupenda, non posso che consigliartela vivamente per la prossima estate. E sono d’accordo con te, mare e montagna sono ambienti meravigliosi, ma la montagna ha qualcosa in più! Grazie e un abbraccio!
sylviezainoinspalla · 1 Giugno 2018 alle 14:17
Per una come me, amante dei cammini e viaggi zaino in spalla, è stato proprio un piacere leggerti e scoprire l’esistenza di un luogo così magico che non conoscevo. Devo essere sincera, sono stata attratta inizialmente dal nome del titolo perché ho una certa passione per i draghi, le leggende e i luoghi “fatati” ma ciò che hai descritto e le immagini bellissime mi hanno letteralmente incantata… è veramente un luogo magico e spero un giorno di poter percorrere quei sentieri e, come te, poter toccare il cielo e le nuvole con un dito.
Grazie per aver condiviso tutte le informazioni utili su come arrivarci, salvo il post perché mi sarà molto utile in futuro. <3 Sylvié
Sylvié Zaino in Spalla · 1 Giugno 2018 alle 13:47
Per una come me amante di cammini e viaggi zaino in spalla è stato proprio un piacere leggerti e scoprire un luogo magico che non conoscevo. Devo essere sincera, sono stata attratta inizialmente dal nome del titolo perché ho una certa passione per i draghi, le leggende e il mondo fatato ma i luoghi che hai descritto e le foto bellissime mi hanno incantata. È veramente un luogo magico e spero un giorno di poter percorrere quei sentieri e come te poter toccare il cielo e le nuvole con un dito. Grazie per tutte le indicazioni su come arrivarci, salvo il post e me lo tengo caro per i prossimi viaggi zaino in spalla. ❤️ Sylvié
Valentina · 4 Giugno 2018 alle 11:22
Ti ringrazio tantissimi Sylviè per le tue bellissime parole!! <3 Mi fa davvero piacere che tu abbia apprezzato l'articolo, ci tengo molto perchè è una delle mie escursioni alto-atesine preferite 🙂 Condividiamo due passioni molto belle a quanto vedo: quella per la montagna, la natura e le escursioni e quella per il mondo fatato! Mi fa molto piacere conoscerti!
anna · 25 Maggio 2018 alle 14:51
Sono stata spesso in Val Pusteria ma non ho mai fatto questo percorso. Dalle foto e dal tuo racconto sembra eccezionale, ma diciamo, tutta la nostra cara montagna è fantastica. Non vedo l’ora di ritornare in Italia e farmi un mega trekking, magari se convinco mio marito, proprio questo. Grazie per tutte le informazioni e per avermi fatta sognare… toccare con un dito le nuvole! stupendo
Valentina · 28 Maggio 2018 alle 17:03
Ma grazie mille a te Anna per le tue belle parole! 🙂 Esatto, non esiste un posto brutto sulle nostre montagne <3 Questo giro è molto bello ed emozionante, se riuscite ad organizzarvi te lo consiglio vivamente. Se poi ti servono informazioni aggiuntive sono a tua disposizione 🙂
Stefania C. (Girovagando con Stefania) · 25 Maggio 2018 alle 14:18
Mi segno questo itinerario per quando andrò da quelle parti. Amo fare trekking perciò sarebbe una bella soddisfazione arrivare in vetta 🙂
Valentina · 28 Maggio 2018 alle 17:04
Grazie Stefania!! Sono sicura che ti piacerà molto questo giro 🙂
Alessandra Cortese · 23 Maggio 2018 alle 9:16
É da diversi anni che in estate vado in Val Pusteria, ma non ho mai fatto questa escursione. Sono salita al Monte Specie e mi sono fermata. Voglio andarci quest’estate! Grazie x le ottime spiegazioni! 👍🏻😉
Valentina · 28 Maggio 2018 alle 17:08
Grazie mille a te Alessandra per essere passata di qua 🙂 Sono felice di poterti essere utile! Io invece vorrei proprio salire al Monte Specie 😀
prossimafermatagiappone · 18 Maggio 2018 alle 18:30
Il paesaggio è incredibile, veramente da mozzare il fiato, sembra quasi di essere sulla punta del mondo così in mezzo alle nuvole vero? 😀
Non sono un’amante delle escursioni in montagna, ma quando ci sono simili scenari faccio sempre un’eccezione e mi adeguo per una tale ricompensa!!
Valentina · 22 Maggio 2018 alle 15:46
Grazie mille Stefania! Esatto, sembra di essere proprio sul tetto del mondo, e vedere tutte le cose da lassù, così minuscole, è una grandissima emozione!
Ally Blue · 18 Maggio 2018 alle 15:32
ma che spettacolo della natura! certo deve essere una bella scarpinata arrivare fino in cima, ma sembra davvero un luogo da sogno 🙂
Valentina · 22 Maggio 2018 alle 15:47
Eh sì, la fatica fatta per arrivarci viene però immediatamente cancellata dall’emozione di essere in mezzo alle nuvole e di guardare il mondo dall’alto! Bellissimo 🙂
Ally Blue · 22 Maggio 2018 alle 16:03
lo credo bene!!! 🙂
Dani · 18 Maggio 2018 alle 14:07
Che bella escursione, che panorami mozzafiato! Grazie per averla condivisa.
Valentina · 28 Maggio 2018 alle 17:09
Grazie mille Dani!! Sono felice che ti sia piaciuta la mia escursione 🙂
datemiunam · 16 Maggio 2018 alle 17:29
Che bel paesaggio e che bel post, molto utile e dettagliato. Ne ho sempre sentito parlare ma non sono ancora riuscita ad andarci. Magari quest’estate posso provare ad organizzare, visto che ho già la “pappa pronta” 😉
Valentina · 17 Maggio 2018 alle 14:37
Grazie mille davvero 🙂 Sono felice di esserti stata utile e di averti dato ispirazione per un’avventura montanara! Se ci vai fammi sapere se ti è piaciuto 🙂
Erika Scheggia · 16 Maggio 2018 alle 14:28
Grazie alle tue foto e alla descrizione dei percorsi mi è tornata la voglia di farmi una bella escursione in montagna. Non appena sarò guarita dal mio infortunio al piede, mi metterò in marcia. Bellissimo articolo.
Valentina · 16 Maggio 2018 alle 14:56
Grazie mille Erika!! Mi fa davvero tanto piacere averti dato una piccola ispirazione per le tue future avventure montanare! 🙂 Ti faccio tantissimi auguroni di pronta guarigione per il tuo infortunio, sperando che presto tu potrai tornare a zonzo per i monti!
Erika Scheggia · 17 Maggio 2018 alle 8:41
lo spero davvero tanto anch’io. =) grazie mille