Salve Amici,
eccoci al secondo appuntamento della rubrica Viaggi tra le righe: un piccolo spazio del presente blog per viaggiare stando comodamente seduti sul divano con un libro in mano!

Non indugio oltre e passo immediatamente al tema odierno, a mio parere abbastanza interessante: storie di luoghi che ci cambiano e ci inducono a scavare in noi stessi, riscoprendoci.
LUOGHI CHE CI CAMBIANO: 3 LIBRI PER RISCOPRIRSI IN NUOVI SPAZI
Se la volta scorsa abbiamo parlato di letture incentrate sul tema del viaggio, inteso come movimento e proiezione dell’andar per il mondo dentro noi stessi, oggi spostiamo il focus dal concetto di moto a luogo a quello di stato in luogo.

Dalla mobilità passiamo alla stazionarietà, e all’influenza che questa esercita su di noi spingendoci al cambiamento.
La staticità in un luogo nuovo, diverso, le cui usanze, le persone che vi abitano, il paesaggio che lo circonda riescono a innescare riflessioni e movimenti all’interno del nostro essere.
Eccovi dunque tre proposte di bellissimi e introspettivi libri che parlano di riscoperta di se stessi, ma in nuovi spazi:
• L’ISOLA DELL’ABBANDONO – CHIARA GAMBERALE
Lo sapevate che l’espressione piantare in asso arriva a noi dalla mitologia greca?
Le sue origini vanno infatti ricercate in un episodio specifico, citato sia nei Fasti di Ovidio che nelle Fabulae di Igino, che ruota intorno a due noti personaggi: Arianna e Teseo.
Il celebre eroe ateniese sconfigge il mostruoso Minotauro ed esce finalmente dall’intricato labirinto di Cnosso; riesce a fare tutto questo grazie ad Arianna, principessa di Creta innamorata di lui, che lo guida con il leggendario filo del suo gomitolo.
Teseo decide di portare con sé Arianna nella sua fuga verso Atene. Tuttavia, mentre sono di passaggio sull’isola di Naxos, egli la fa addormentare e scappa, abbandonandola lì, in Naxos.
Piantata in asso, appunto.
Tale misteriosa isola greca, che accolse il dolore della mitologica Arianna, è il luogo cardine anche di questo romanzo incentrato sul tema dell’abbandono.

Un’Arianna contemporanea, illustratrice di favole e fumetti per bambini, si trova a dover affrontare la medesima sorte della sua mitologica omonima. Proprio durante quella che avrebbe dovuto essere una piacevole vacanza a Naxos, la protagonista viene brutalmente abbandonata (o piantata in asso) dal suo compagno Stefano, uomo complicato e bipolare che la teneva prigioniera in un turbinoso labirinto di sentimenti malsani, adrenalina e mancanze.
Arianna decide di rimanere a Naxos per darsi tempo di elaborare l’accaduto, e qui incontra Di, un ragazzo che, scoprirà conoscendolo, ha la straordinaria capacità di metterla in contatto con parti di sé che ella non conosceva.
Di contrapporre magistralmente l’Assenza con la Presenza.
A volte, però, anche la più forte Presenza può rivelarsi meno potente della tragica Assenza, e le straordinarie possibilità possono sembrare un Pericolo. Naxos diventa così teatro di fine e di inizio, di fughe e ritorni, di scoperta e disincanto, del miracolo e della violenza della vita.
Questo libro ha esercitato su di me un potere ipnotico: appena finito, l’ho subito ricominciato e riletto una seconda volta tutto d’un fiato. Fatemi sapere se anche su di voi avrà questo effetto!
• IL QUADERNO DI MAYA – ISABEL ALLENDE
Il luogo che cambia la vita, e che fa da sfondo alla storia di questo secondo libro, non è una paradisiaca isola greca, bensì una remota isola dell’arcipelago di Chiloé, nel sud del Cile.
La protagonista è la diciannovenne Maya Vidal, la quale ci racconta in prima persona la sua mirabolante vicenda: cresce a Berkeley con i nonni e trascorre una spensierata infanzia. Accade, però, che a metà dell’adolescenza, Maya viene tristemente risucchiata in un tenebroso vortice fatto di droghe, alcol, abusi, degrado.
Cosa getta una normale e intelligente ragazza californiana in un’esistenza così becera? La morte del suo amatissimo nonno Paul Ditson II, alias Popo.
Qualcosa dentro Maya si spezza, e la sua vita precipita.

Dopo averne passate letteralmente di tutti i colori, Maya viene salvata da delle misteriose eroine e riprende i contatti con la nonna cilena. Grazie all’aiuto di quest’ultima, scappa in quell’angolo remoto del mondo che è Chiloé per nascondersi dai suoi aguzzini e dall’FBI, che la stanno cercando.
Ospitata da Manuel Arìas, amico di vecchia data della nonna, Maya comincia una nuova vita: i ritmi lenti del piccolo villaggio cileno, le persone che vi abitano, la natura e la nuova dimensione di lieta solitudine spingono Maya a scavare dentro di sé, a sviscerare il suo complicato passato.
E a conoscersi, partendo proprio dalle sue ataviche radici.
Un’opera davvero eccezionale, complice la brillante narrazione e la prosa disincantata e ricca di suspance, che fanno dell’Allende una delle più importanti voci della narrativa contemporanea in lingua spagnola.
• IL CICLOPE – PAOLO RUMIZ
“Ma ora è arrivato il tempo che io descriva questa mia Isola misteriosa. Che tu ci arrivi da sud o da nord, la vedi per il lato lungo e sembra un coltello da tavola a punta tonda appoggiato con la lama in su. Il manico è a est e finisce in verticale. La metà verso il tramonto, più alta e di profilo curvilineo con il faro alla sommità, scende affilata verso il mare e, se parlassimo di un bastimento, sarebbe indiscutibilmente la prua. […]”.
Con questa metaforica descrizione Paolo Rumiz, noto giornalista, scrittore e viaggiatore triestino, cerca di farci indovinare l’isola sulla quale egli sta sperimentando il suo viaggio immobile. Un’attività così particolare e insolita per chi, come lui, ha fatto del viaggio e della mobilità la propria essenza vitale.

Sul piccolo lembo di terra rocciosa e selvaggia, circondato da un mare particolarmente irrequieto, Rumiz condivide lo spazio e la quotidiana esistenza con l’uomo del faro e i suoi animali domestici. Ne assorbe le consuetudini e “l’operosa solitudine”, entra in contatto con un modo inedito di vedere e sentire il mondo basato sulle percezioni: i discorsi del vento, il colore del paesaggio prima della tempesta, i racconti degli uccelli, l’intensità della luce… .
L’esistenza solitaria presso quell’austero Ciclope che è il faro, il cui unico occhio veglia nella buia notte isolana, conduce Rumiz a scavare nella memoria: la propria, ma anche quella del faro stesso e della vita che, nel corso del tempo, esso ha ospitato.
Ed è una quotidianità molto diversa da quella che conduciamo parallelamente sulla terraferma.
Chi, al giorno d’oggi, è ancora capace di “vivere con poco, della confidenza con il cielo, con il ritmo della luce, con la propria interiorità e l’inquietante meraviglia del mondo?”.

Valentina, l’autrice di Kilig Travel Blog
Scrivo, fotografo, mangio e racconto storie sul mondo e sulle cose belle. Amo l’autunno, i libri, i piccoli borghi, i tramonti sul mare, la mia gatta Trippy, i tortellini in brodo (sono bolognese, come potrebbe essere altrimenti?), la montagna, il caffè.
20 commenti
monica · 15 Dicembre 2020 alle 18:16
Molto bella l’idea di questa rubrica. Il “Quaderno di Maya” l’ho letto e mi è piaciuto molto, bellissimo libro, lo confermo. Mi interessa “l’isola del abbandono” lo comprerò, grazie per il suggerimento
Valentina · 12 Gennaio 2021 alle 14:57
Grazie a te Monica! Io adoro la penna dell’Allende, e il Quaderno di Maya è, al momento, il mio libro preferito!
antomaio65 · 1 Maggio 2020 alle 10:48
L’isola dell’abbandono mi è piaciuto tantissimo, conosco la Grecia e Naxos, ma a parte il luogo mi ha coinvolto la narrazione cruda e magistrale della Gamberale. La Allende è da sempre tra i miei autori preferiti anche se sull’Isola di Maya avrei alcune perplessità. Non ho letto invece il Ciclope ma rimedierò quanto prima!
Valentina · 3 Maggio 2020 alle 16:04
Grazie mille Anto! Hai detto proprio bene nel definire la narrazione della Gamberale “cruda e magistrale”! Anche io ne sono rimasta totalmente ipnotizzata!
Sara Colombo · 1 Maggio 2020 alle 10:38
Stavo esattamente cercando dei nuovi libri da leggere per un viaggio introspettivo che va a braccetto con il mio stato d’animo di questo periodo. Mi hai dato degli spunti bellissimi, grazie.
Valentina · 3 Maggio 2020 alle 16:05
Grazie a te Sara! Spero ti possano piacere, se ti va fammi sapere che cosa ne pensi quando avrai letto qualcosa 🙂
Roberta · 24 Aprile 2020 alle 20:33
Se dovessi scegliere un titolo, opterei per “Il quaderno di Maya” per diversi motivi: non ho mai letto nulla della Allende (ho solo visto La casa degli spiriti, tratto dal suo romanzo). In secondo luogo, ho trascorso più di un mese nella meravigliosa Berkeley. Infine, uno dei miei sogni è andare in Cile e l’isola di Chiloé l’avevo già conosciuta attraverso i racconti di Marcela Serrano <3
Valentina · 28 Aprile 2020 alle 16:41
Ottime motivazioni! 🙂 Io ho già letto diversi libri dell’Allende, e adoro il suo modo di raccontare. Ogni volta che inizio una sua opera so già che sarà difficilissimo staccare gli occhi dalla pagina!
raffigarofalo · 20 Aprile 2020 alle 12:16
Bella selezione. Mi ha intrigato il libro di Rumiz. Credo che lo acquisterò e lo leggerò subito subito. Ti farò sapere.
Valentina · 22 Aprile 2020 alle 11:13
Grazie mille Raffi! Fammi sapere se inizi a leggerlo! 🙂
Valentina · 20 Aprile 2020 alle 12:11
Non conoscevo questi 3 libri che consigli ma mi ispirano molto, soprattutto “L’isola dell’abbandono”. Di Chiara Gamberale ho già letto “Per dieci minuti” (se non lo conosci te lo consiglio) ed ho apprezzato il suo modo di scrivere
Valentina · 22 Aprile 2020 alle 11:14
Anche io l’ho scoperta da poco la Gamberale, e la sua scrittura mi ha stregato! “Per dieci minuti” è stato proprio il primo libro che ho letto, e dopo è arrivata “L’isola dell’abbandono”..meraviglioso! Ho anche letto “Qualcosa” e mi è piaciuto moltissimo anche questo!
Dani · 20 Aprile 2020 alle 8:55
Sono sempre alla ricerca di libri interessanti e un po’ diversi dal solito… questi mi incuriosiscono molto! Grazie per i suggerimenti.
Valentina · 22 Aprile 2020 alle 11:15
Grazie a te Dani! Fammi sapere se ne leggi qualcuno!
Serena Proietti Colonna · 19 Aprile 2020 alle 20:26
Molto interessante la prospettiva di cui parli di riscoprire se stessi attraverso nuovi spazi. Solo leggendo queste parole ho capito che è una cosa che faccio (facevo) spessissimo. Per cui mi leggerò volentieri i libri consigliati e poi ti farò sapere se effettivamente è come ti dicevo!
Valentina · 22 Aprile 2020 alle 11:16
Grazie mille Serena! Anche a me in alcuni casi è capitato.. Mi farà molto piacere se mi dirai che cosa ne pensi dopo aver letto qualcuno di questi titoli!
Vittoria · 19 Aprile 2020 alle 14:42
Cioè uso piantare in asso da una vita e solo oggi scopro da dove arriva? Bella selezione di testi che non conosco. Le ambientazioni mi sembrano davvero affascinati e adatte a questo periodo di “stop”.
Valentina · 22 Aprile 2020 alle 11:17
Grazie mille Vittoria!! Ahahah anche io sono caduta dal pero quando ho scoperto l’origine di questa espressione! 🙂 Fammi sapere se leggerai qualche titolo!
Annalisa - Satelite Forever Orbiting · 18 Aprile 2020 alle 8:34
Bellissimo resoconto. Anche il “piantare in asso” è una chicca 🤣 Penso che mi leggerò Rumiz, è bravissimo ho già letto altri sui libri!
Valentina · 22 Aprile 2020 alle 11:29
Vero? Anche io adoro il suo modo di scrivere e di raccontare! 🙂