Girando il mappamondo
Volevo pubblicare questo articolo in piena estate, come antidoto salvavita alle ignobili morse dell’afa emiliano-romagnola, oltremodo presenti tra luglio e agosto.
Tuttavia, il blog ha deciso di seguire altre rotte; si è spinto verso paradisi più lontani dimenticandosi, momentaneamente, di citare quelli dietro casa.
Come forse saprete, io e il mio Kilig abbiamo aperto le danze estive calandoci nelle voraci atmosfere romagnole di Marina di Ravenna, improntate sia al relax che al divertimento più sfrenato.
Dopo una breve ma panoramica sosta in Appennino (molto vicino al luogo che vi sto per descrivere), siamo dunque volati in quel piccolo grande scrigno di bellezza che è l’isola di Zacinto, dove ho lasciato un pezzettino di anima.
Da lì, ci siamo concessi un rapido passaggio all’Alpe di Siusi, in Trentino Alto-Adige, la quale non ha bisogno di presentazioni; e già che eravamo lì, siamo saliti sul Sassopiatto, regno incontrastato dei superbi gracchi alpini.
Una tappa in Alta Badia, la mia seconda casa, era d’obbligo! A breve vi parlerò nel dettaglio delle cose splendide che ho visto e vissuto, nel frattempo studiatevi il mio ABC di questa terra che poi la prossima settimana vi interrogo! 🙂
Siamo dunque andati a scovare sette tra le spiagge più sensazionali della Sardegna del Sud-Est, e otto punti panoramici imperdibili per ammirare Barcellona dalla prospettiva alare dei parrocchetti verdi.

I PARADISI DIETRO CASA
Insomma, sono andata parecchio in giro questa estate, e mi sono dimenticata di raccontarvi la mia bella gita alle Cascate del Dardagna.
Ne sono molto dispiaciuta, perchè questa porzione di Appennino bolognese non merita affatto di essere lasciata in disparte, di farsi relegare in secondo piano. Esige rispetto, poichè si tratta di un luogo di grande interesse naturalistico, storico e paesaggistico.

E dato che una scampagnata qui è perfetta anche in autunno (anzi, forse è ancora meglio che in estate), mi impegnerò ora a rimediare al danno fatto, celebrando queste cascate emiliane come si deve.
GITA ALLE CASCATE DEL DARDAGNA: DAL SANTUARIO DI MADONNA DELL’ACERO AL LAGHETTO DEL CAVONE
- percorso: Madonna dell’Acero – Cascate del Dardagna – Laghetto del Cavone (si torna dallo stesso sentiero o dalla strada)
- punto di partenza: santuario di Madonna dell’Acero (1064m)
- punto di arrivo: laghetto del Cavone (1424m)
- tempo di percorrenza: 45 minuti (escluse le soste alle cascate)
- dislivello: 330 metri in salita
- lunghezza: 2.3 km (con anche la discesa 4.6)
- difficoltà: E (escursionistico)
PUNTO DI PARTENZA: IL SANTUARIO DI MADONNA DELL’ACERO
La prima cosa da fare è raggiungere la base della nostra escursione, che si trova nel cuore del Parco Regionale del Corno alle Scale. Una zona assai particolare, vicinissima al confine che separa l’Emilia-Romagna dalla Toscana.
Dopo aver superato i paesi di Lizzano in Belvedere e Vidiciatico, la strada sale a tornanti in mezzo al bosco e passa accanto ad una suggestiva costruzione in pietra vegliata da un antico acero: il Santuario di Madonna dell’Acero.
Una volta parcheggiata l’auto e inforcati gli scarponcini da montagna, vale la pena andare ad esplorare questo silenzioso e sacro luogo, che sembra sfuggire alle leggi del tempo e della modernità.

FRA MITO E REALTÀ
C’è una leggenda molto particolare legata al santuario, e voglio brevemente raccontarvela.
Torniamo indietro nel tempo, in un remoto giorno d’estate. Due pastorelli, di cui uno sordomuto, vengono improvvisamente colti da una bufera di neve, proprio mentre sono al pascolo con i loro animali.
I due fanciulli trovano riparo sotto un grande acero e lì, mentre la tempesta imperversa, diventano testimoni di un miracolo: appare loro la Madonna, che dona udito e parola al pastorello sordomuto.
È il 5 agosto, l’acero è subito consacrato luogo di culto alla Vergine. Si costruisce rapidamente un piccolo tempio in pietra, il cui scopo è proteggere l’albero teatro della sacra apparizione. Sul suo tronco si affigge l’immagine di Maria.
Tuttavia, il parroco di Rocca Corneta, desideroso di festeggiare il sacro avvenimento al cospetto del vescovo, decide di trasferire l’effigie in parrocchia. Non poteva immaginare che questa nuova residenza non sarebbe stata gradita dalla Vergine stessa! Il giorno deputato ai festeggiamenti, infatti, la sacra immagine scompare dalla chiesa. Essa è ritornata al suo amato acero, lasciando i segni del suo passaggio su tutti i tronchi d’albero posti lungo la strada.
Oggi, il sacro tempietto dell’apparizione non esiste più, e al suo posto potete osservare, e visitare, il Santuario di Madonna dell’Acero. Meta di pellegrinaggio, sotto al suo altare maggiore si possono ammirare i resti dell’antico albero.
DAL SANTUARIO DI MADONNA DELL’ACERO ALLE CASCATE DEL DARDAGNA
Dopo aver omaggiato il fratello dell’acero sacro, miracolosamente ancora in piedi, il tempo è maturo per iniziare l’escursione.
Se anche voi, come me, necessitate di un caffè energetico prima di muovere un solo muscolo, allora recatevi al bar del Ristorante Hotel dell’Acero. Vi sentirete immediatamente dei rudi esploratori d’altri tempi, e nessuna insidia appenninica vi fermerà!
A questo punto, dovete cercare il segnavia CAI 331A che, nei pressi del santuario, vi farà transitare per la località Case Pasquali, scendere attraverso un pittoresco bosco di abeti e faggi, e guadagnare il Rio Cavo. Qui, un ponticello di legno vi indicherà la retta via, che attraversa il corso d’acqua e diventa appannaggio del sentiero 333.

I tipici segnali bianchi e rossi del CAI, uniti al rilassante rumore di acqua scrosciante, vi guideranno nella frescura del bosco, conducendovi in breve tempo al primo salto delle cascate.
Dico salto perchè le cascate del Dardagna altro non sono che degli scenografici e suggestivi balzi che il torrente Dardagna compie con destrezza librandosi dalle alte rocce del suo letto.

Mentre ammirerete i bellissimi giochi d’acqua e la folta vegetazione ombrellifera circostante, sappiate che il Dardagna nasce nei dintorni del Corno alle Scale, ed è dall’alto dei 1945 metri di questa cima, la più alta di Bologna, che precipita a valle. Anche se non si direbbe, questo corso d’acqua è dimora di varie famiglie di pesci, tra cui si annoverano la trota fario e il vairone.
E la prima cascata che incontrerete, alta ben 15 metri, è solo la numero uno di ben sette salti. Quindi bisogna proseguire ancora, seguendo il sentiero che procede in salita e si munisce di gradoni in legno e staccionate di protezione.

Ogni balzo è un piccolo spettacolo, l’ambientazione è da regno fatato a tutti gli effetti (e da Tomb Raider). Potrete, sempre prestando attenzione, arrampicarvi sulle rocce più stabili e sentire i tanti minuscoli spilli di acqua frizzante farvi uno scrub a viso e capelli.


Senza ombra di dubbio, il salto più suggestivo è il settimo, cioè l’ultimo. Il Dardagna, in questo punto, dà il meglio di sè esibendosi in un acrobatico balzo di ben 30 metri.

DALLE CASCATE DEL DARDAGNA AL LAGHETTO DEL CAVONE
Una volta raggiunta la sommità delle cascate, e dopo una bella pausa pranzo in mezzo alla natura in cui, mi auguro, possiate sgranocchiare anche voi la paradisiaca croccantina del forno Lodovisi di Silla, bisogna riprendere il percorso.

Se si è stanchi, si può imboccare la pista forestale che scende nuovamente verso Madonna dell’Acero intercettando il percorso CAI 331. Tuttavia il mio consiglio è di non arrendersi e proseguire.
In brevissimo tempo si approderà ad un nuovo bivio, imboccando il sentiero 337 (a sinistra) che, in una mezz’oretta circa, vi condurrà presso la meta più alta del nostro percorso: il laghetto del Cavone.

A quota 1424 metri, questo piccolo ma suggestivo specchio d’acqua è in realtà un lago artificiale, nato nel punto esatto in cui un tempo il rio Piano, suo emissario, formava una piccola palude. Gli esperti affermano che, oltre a raccogliere le acque del circolo glaciale del Cavone, il presente laghetto è anche dimora prediletta della rana temporaria, che con la sua pelle rossastra adora gli ambienti umidi al di sopra dei 1000 metri.
Siete in un punto strategico, dal quale partono i più diversi sentieri per le più diverse destinazioni appenniniche. E, in quanto importante crocevia di luoghi, viandanti e culture, il laghetto è affiancato, ovviamente, da una struttura ricettiva: il Rifugio Cavone. Rude alcova per cacciatori d’altri tempi, vi potrebbe comunque sedurre con i suoi perenni effluvi al ragù.
IL RITORNO A MADONNA DELL’ACERO
Dopo aver fatto il giro del laghetto ed aver preso un losco caffè al Cavone, è tempo di tornare sui propri passi. Due scelte si paleseranno al vostro cospetto: imboccare la strada asfaltata, che vi consentirà di guadagnare rapidamente il santuario di Madonna dell’Acero, oppure percorrere nuovamente, questa volta in discesa, il sentiero delle cascate del Dardagna.

Vi consiglio quest’ultima opzione se volete cimentarvi in ulteriori scatti artistici e se volete rimanere in contatto con la natura il più a lungo possibile.
Ora che ho reso omaggio a questo posticino dei miei amati Appennini, mi sento molto meglio. Spesso andiamo lontano per cercare la bellezza, dimenticandoci che essa si cela anche vicinissimo a noi.
Basta solo saper vedere, saper sentire. Rimanere curiosi e un po’ bambini dentro.
Dopo questa sentenza, io vado a sognare la buonissima crescente croccantina e vi aspetto per una nuova avventura, sempre su questi schermi!

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Valentina, l’autrice di Kilig Travel Blog
Scrivo, fotografo, mangio e racconto storie sul mondo e sulle cose belle. Amo l’autunno, i libri, i piccoli borghi, i tramonti sul mare, la mia gatta Trippy, i tortellini in brodo (sono bolognese, come potrebbe essere altrimenti?), la montagna, il caffè.
29 commenti
vagabondele · 8 Ottobre 2018 alle 23:02
che bello scoprire angoli sconosciuti del nostro bel Paese, fa capire quanto siamo fortunati a vivere qui!
Valentina · 11 Ottobre 2018 alle 12:47
Ben detto Elena!! Lo penso sempre anche io quando mi trovo in questi piccoli tesori paesaggistici <3
Francesca Maria Matteucci · 7 Ottobre 2018 alle 19:12
Quello che scrivi è vero, troppo spesso si gira il mondo scordandosi delle bellezze che si hanno a un passo da casa. Le cascate non le conoscevo, ma sono davvero un angolo di paradiso =)
Gia · 7 Ottobre 2018 alle 14:08
Bellissimo! Non conoscevo questo posto e dalle Marche non è troppo lontano. Tra le escursioni da fare a primavera.
sabrina barbante · 6 Ottobre 2018 alle 18:27
io e la mia passione per i corsi d’acqua (più sono violenti e forti più mi piacciono) siamo rimasti incantati di fronte alla descrizione di questi posti!
Manuela · 6 Ottobre 2018 alle 16:50
Adoro questi posti circondati dalla natura,dove noi in confronto siamo piccolissimi …e poi è vicino casa magari il prossimo anno ci organizzo una bella gita!
Martina Bressan · 6 Ottobre 2018 alle 14:26
Beh prima di tutto complimenti per la prima foto con la panchina, dove ci inviti a sederci e a girare il mappamondo scegliendo la località: è stato molto divertente, ed ho letto articoli molto interessanti! Amo le escursioni e quando ho letto che qui si arrivava a delle cascate me ne sono innamorata! Conosco poco gli Appennini ma mi piacerebbe scoprirli piano piano, questo dev’essere un percorso davvero interessante, e le tue foto davvero belle!
cheza90 · 6 Ottobre 2018 alle 8:48
Che luoghi meravigliosi! Lasciano senza parole e poi si anche a me è sembrato di immaginare Lara Croft intenta a scalare questi luoghi misteriosi e naturali 😀
Stefy G. · 5 Ottobre 2018 alle 22:50
splendido! non è neanche troppo distante da casa, potrei senz’altro organizzare una gita la prossima domenica. propongo… 🙂
sheila · 5 Ottobre 2018 alle 20:59
ma che meraviglia queste cascate e che paesaggio suggestivo, le vostre foto fantastiche mi hanno fatto venire voglia di venirci
Silvia · 5 Ottobre 2018 alle 19:18
Innanzitutto complimenti per le foto, sono davvero spettacolari. Visto che non amo molto camminare penso che contemplerò queste meravigliose foto per un pò.
Sara · 5 Ottobre 2018 alle 17:53
Ma che posti meravigliosi, non li conoscevo per niente.
Certe volte cerchiamo posti lontani da visitare quando dietro casa ci sono questi piccoli angoli di paradiso…
Rita Amico · 5 Ottobre 2018 alle 17:53
Adoro questi posti e il contatto con la natura. Le cascate poi hanno un fascino tutto particolare
Noemi Oneto · 5 Ottobre 2018 alle 11:35
La magia di questi posti è impagabile, sopratutto quando non sono presi d’assalto dal turista medio.
Mi piace l’idea di andare in mezzo alla natura, alla ricerca di un mondo totalmente nuovo, anche se vicinissimo…
Greta · 5 Ottobre 2018 alle 8:32
wow che belle, sono davvero bellissime queste cascate….. mi hai dato un ottimo suggerimento per un weekend rilassante per la prossima primavera….
Mademoiselle Champagne · 4 Ottobre 2018 alle 22:44
Foto bellissime e che belle le cascate, per chi ama questi itinerari sapere di averli dietro casa è il massimo.
sara · 4 Ottobre 2018 alle 17:55
Non conoscevo questo posto, però anche dalle foto che hai messo è davvero molto bello.
Anna · 4 Ottobre 2018 alle 13:58
Questo posto sembra stupendo. Io adoro le passeggiate in natura, perdermi a fotografare anche il più piccolo dettaglio. É un posto che merita di essere conosciuto e visitato.
Valentina · 4 Ottobre 2018 alle 14:49
Grazie mille Anna! Condividiamo una bellissima passione: l’amore per la natura e per la fotografia!
Maria Domenica · 3 Ottobre 2018 alle 15:30
Le immagini e le tue parole descrivono dei luoghi bellissimi che ignoravo. Non conoscevo neppure la tradizione della Madonna dell’Acero: davvero suggestiva.
Maria Domenica
Valentina · 4 Ottobre 2018 alle 14:52
Grazie mille davvero Maria Domenica! Sono felicissima di averti fatto scoprire questo piccolo angolino di mondo!
sariblogger · 3 Ottobre 2018 alle 15:28
Mi son sempre piaciute le cascate, le trovo quasi magiche. Il tuo articolo mi è piaciuto tantissimo, amo le gite così ma purtroppo ne ho fatte davvero poco.
Valentina · 4 Ottobre 2018 alle 14:54
Grazie mille davvero, mi fa tanto piacere che tu abbia apprezzato il mio articolo! Spero che tu possa a breve fare qualche gita in mezzo alla natura 🙂
Letizia - MaMaglia · 2 Ottobre 2018 alle 16:39
Ma che bello! Anche per me questo è un luogo abbastanza vicino da andare e tornare in giornata senza troppi affanni (sono di Prato) e me lo sono segnato per uno dei prossimi fine settimana! Grazie del consiglio… succede spesso di avere luoghi bellissimi vicini a casa e di non conoscerli neanche (io in effetti non ne avevo mai sentito parlare)
Valentina · 4 Ottobre 2018 alle 14:55
Grazie mille Letizia! Felicissima di averti fatto scoprire questo angolino di mondo, tra l’altro, come dici tu, raggiungibilissimo anche da casa tua! Fammi sapere se ci andrai!
Cristiana · 2 Ottobre 2018 alle 12:14
Che bel posto. Sono alla ricerca di passeggiate facili da fare con i bambini, a occhio e croce direi che questa sia adatta.
Livello E escursionistico significa semplice?
Arianna · 29 Settembre 2018 alle 13:31
Fantastica come sempre. Messo in lista per uno dei prossimi weekend ❣️🙏
Veronica · 29 Settembre 2018 alle 12:32
Negli ultimi anni mi è capitato varie volte di fare delle gite sull’Appennino e ogni volta rimango davvero affascinata da quei posti! Questa mi sembra davvero una bella gita da fare, chissà che non ricapiti in zona a breve e non riesca a seguire i tuoi consigli?
Lucy the Wombat · 28 Settembre 2018 alle 15:26
Ottima teoria quella del portale segreto celato dalla cascata. Ho sempre pensato che le cascate nascondano qualcosa, forse è la scusa che mi racconto per giustificare l’ansia che mi mettono, così, senza motivo. Pensa che due giorni fa mi sono persa cercando delle cascate e non le ho nemmeno trovate! Mah! 😅