Il suo nome è assai evocativo e suggerisce, anche a chi non ne ha mai sentito parlare, l’essenza del luogo in questione.
Pur non figurando tra le Dolomiti più alte, il gruppo del Nuvolau ama lasciarsi circondare da fitte coltri di nubi, vantando una sua dignità e tanta selvaggia bellezza montana.
Ubicato nel bellunese, fra il comune di Cortina d’Ampezzo e (in parte) quello di San Vito di Cadore, il Nuvolau si caratterizza per la presenza di ardite formazioni rocciose e aguzzi pinnacoli, che culminano in quelle che sono le sue principali vette: l’Averau (2.647 m), il Nuvolau (2.575 m) propriamente detto, la Gusela del Nuvolau (2.595 m), il Coston d’Averau (2.518 m), il Sass de Stria (2.477 m) e le iconiche Cinque Torri (2.361 m).
Nel presente articolo vi narro di una splendida escursione ad anello, che consente di conquistare le due cime più iconiche del complesso (il Nuvolau e l’Averau), transitando anche per due brevi ma altamente panoramiche vie ferrate.

ESCURSIONE AD ANELLO INTORNO (E IN CIMA) AI MONTI NUVOLAU E AVERAU, PASSANDO PER LA VIA FERRATA RA GUSELA E LA VIA FERRATA AVERAU
L’itinerario da me intrapreso a fine settembre 2022, e che mi accingo a raccontarvi, è davvero un bellissimo percorso che inizia e finisce al Passo Giau: si alternano molto armonicamente tratti di sentiero normale ad altri di via ferrata, in un contesto sempre panoramico e magico.
La prima via ferrata è la Ra Gusela, che conduce in cima al monte Nuvolau: essa è suddivisa in due tratti, separati da un’ampia porzione di sentiero, ed è di difficoltà facile. La seconda via ferrata è molto più breve e conduce in vetta al monte Averau; il suo primo tratto è difficile, con pochi appigli e da percorrere anche in discesa, per cui la consiglierei solo a chi ha già una certa esperienza di vie ferrate.
In ogni caso, questa seconda via ferrata è del tutto opzionale, e potete tranquillamente decidere di bypassarla; è una sorta di deviazione in più rispetto al percorso ad anello.

A voi i dati tecnici.
DATI TECNICI
- Punto di partenza: Passo Giau (2.236 metri), presso l’omonimo rifugio
- Itinerario: rifugio Passo Giau – versante Sud-Est del gruppo dolomitico del Nuvolau – forcella Nuvolau – via ferrata Ra Gusela – rifugio Nuvolau – forcella Nuvolau – rifugio Averau – via ferrata Averau – forcella Nuvolau – rifugio Passo Giau
- Lunghezza totale: 9.5 km
- Dislivello positivo totale: 750 metri
- Dislivello vie ferrate: 174 metri (Ra Gusela) – 50 metri (Averau)
- Segnaletica: CAI 443 – CAI 438 – CAI 464 – CAI 452
- Tempo di percorrenza: 5 ore totali (soste escluse)
- Difficoltà: EEA (Escursionisti Esperti con Attrezzatura)
- Rifugi: rifugio Passo Giau (alla partenza) – rifugio Nuvolau – rifugio Averau
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PUNTO DI PARTENZA: COME RAGGIUNGERE IL PASSO GIAU
Meraviglioso e selvaggio, il Passo Giau è un luogo di grande interesse paesaggistico, storico e naturalistico.
Ubicato fra la Val Boite e la Val Cordevole, questo valico alpino a quota 2.236 metri mette in comunicazione i comuni di Colle Santa Lucia e Selva di Cadore (in Val Fiorentina) con Cortina d’Ampezzo, ed è un punto di partenza privilegiato per innumerevoli escursioni e avventure montanare.

Anche per la qui presente escursione ad anello intorno al Nuvolau e all’Averau esso costituisce il punto di partenza più idoneo. Ma, prima di tutto, come si raggiunge il Passo Giau?
Se vi trovate già in una delle località sopra menzionate (o in zone limitrofe) vi basterà seguire le indicazioni e salire (da entrambi i versanti) lungo la strada ricca di tornanti. Tenete presente che il Passo Giau si trova a una decina di chilometri da Cortina.
Se, invece, siete in arrivo dall’autostrada, avrete due opzioni:
- dall’autostrada A27 Venezia-Belluno, la vostra uscita di riferimento sarà Pian di Vedoia, in direzione Longarone. Da qui, dovrete raggiungere Selva di Cadore e seguire poi le indicazioni per il Passo Giau;
- dall’autostrada A22 del Brennero, invece, dovrete uscire a Egna-Ora e proseguire per Falcade. Transiterete poi per Canale d’Agordo e da lì punterete prima Selva di Cadore poi il Passo.
È possibile raggiungere il passo anche con i mezzi pubblici, prendendo l’autobus preferibilmente da Cortina.
Qualunque sia il vostro metodo per arrivare quassù, sappiate che dovrete recarvi al cospetto del bel rifugio Passo Giau, punto di partenza ufficiale per intraprendere la via ferrata Ra Gusela.
AVVICINAMENTO ALLA VIA FERRATA RA GUSELA
Dopo un bel caffè energizzante al rifugio Passo Giau, è finalmente tempo di mettersi in cammino, percorrendo il sentiero di avvicinamento alla via ferrata Ra Gusela.
Accanto al rifugio c’è un evidente sentiero che punta l’iconica vetta sopra il passo, marcato dalla segnaletica CAI 452/443/438: imboccatelo e proseguite lungo esso fino a raggiungere una grande baita sulla sinistra. Qui si abbandona il largo tracciato (che ora punta deciso la parete della Ra Gusela concretizzandosi come CAI 452) e si prende il sentierino CAI 443 che, come indicano i cartelli in loco, vi condurrà verso la via ferrata Ra Gusela, le Cinque Torri e il rifugio Scoiattoli.

Si procede inizialmente in falsopiano, cominciando ad aggirare il versante sudorientale della Ra Gusela in un paesaggio di roccia dolomitica e pino mugo. In tale contesto, si giunge in località Forame (2.172 m) e al cospetto di un importante trivio: il 443 continua dritto puntando verso le Cinque Torri, a destra diparte il 444 che porta verso la Malga Giau e la Capanna Ravà, a sinistra troviamo invece il 438 che conduce alla ferrata Ra Gusela e al Nuvolau.

Si imbocca dunque il 438 verso sinistra, cominciando a salire piuttosto ripidamente fino ad arrivare alla stretta forcella sotto il versante occidentale del torrione roccioso in loco (siamo a quota 2.410 m). Il cavo metallico, posto a corredo della sottile cengia che qui si diparte (sempre a sinistra) davanti a noi non lascia spazio a dubbi: ecco l’attacco della via ferrata.
VIA FERRATA RA GUSELA: IL PRIMO TRATTO
Dovete sapere che il primo tratto di Ra Gusela non è quello originario: la vecchia via ferrata, più lunga e complessa della nuova, oggi non è percorribile a causa del rischio di frane e terreno instabile.
Questa è un’ottima notizia per neofiti e principianti, che possono accingersi a percorrere la via senza grossi problemi. Il nuovo tratto, infatti, è più facile, breve e agevole di quello vecchio, e ce ne accorgiamo percorrendo le prime brevi cenge (mai troppo esposte), che offrono una vista a dir poco suggestiva su alcune delle più note Dolomiti ampezzane.

In breve tempo, si giunge al cospetto del tratto più difficile della via: uno stretto canalino verticale, che a una prima occhiata potrebbe creare qualche problema.

Niente panico: è molto più facile a farsi che a vedersi! Non perdetevi d’animo e, con la dovuta attenzione, cominciate l’ascesa senza paura. Scoprirete così la presenza di una moltitudine di appigli naturali per mani e piedi, da entrambi i lati del cavo metallico, e anche una scaletta metallica nel tratto più liscio.
Superato il canalino, la via ferrata prosegue con qualche altro facile passaggio sempre ben gradonato, trasformandosi verso la fine più in un sentiero attrezzato che in una ferrata. Quando dico verso la fine, non intendo verso la fine dell’intera Ra Gusela, ma solo del suo primo tratto; il cavo metallico, infatti, termina in quello che è un meraviglioso altopiano lunare dolomitico, proprio ai piedi del Nuvolau.
L’ALTOPIANO LUNARE FRA GUSELA E NUVOLAU
Arrivati quassù, a quota 2.450 metri, sembrerebbe quasi che la via ferrata sia terminata: vi attende infatti un tratto di sentiero che si snoda fra le rocce di questo sublime paesaggio dolomitico, puntando nitidamente verso quella piccola casetta sulla sommità del monte.

L’unica difficoltà di questa porzione di itinerario potrebbe essere la non proprio immediata identificazione dei segnali bianchi e rossi del CAI 438, data la quantità di sassi presenti e le tante tracce devianti (particolarmente insidiose in caso di nuvole basse).
A parte ciò nessun problema, godetevi la splendida camminata che, con panorami superbi, vi scorterà fino all’inizio del secondo (e ultimo) tratto della via ferrata Ra Gusela.
VIA FERRATA RA GUSELA: SECONDA PARTE
Una volta giunti/e a quota 2.500 metri, il sentiero (che prima procedeva in direzione sud) vira decisamente a destra, puntando finalmente il rifugio e il monte Nuvolau. In breve tempo si arriva al cospetto dello spigolo roccioso su cui si innesta la brevissima porzione finale di ferrata. Essa consiste nel superamento del piccolo crinale posto proprio a 50 metri dalla vetta.
Anche questo tratto è facile, e si supera con l’ausilio di due scalette verticali e ottimi appigli naturali. Attenzione solo all’esposizione di questa crestina, abbastanza elevata.
La ferrata termina proprio sulla cima del Nuvolau, a quota 2.575 metri, e a pochissimi metri dall’omonimo rifugio.

CIMA NUVOLAU E SUCCESSIVA FORCELLA NUVOLAU
Seppur non tra le più alte, e relativamente facile da raggiungere tramite la via ferrata appena percorsa, il Nuvolau è una cima dolomitica di tutto rispetto, nonché un ottimo balcone naturale a 360° sulle Dolomiti.

Unica nota dolente, soprattutto se capitate qui in alta stagione: la grande quantità di persone, che si affolla specialmente intorno al rifugio Nuvolau, il simbolo per eccellenza dell’omonima vetta. Vi consiglio dunque di considerare l’opzione del pranzo al sacco, concedendovi un caffè o qualcosa di veloce in rifugio prima di ripartire.
Per riprendere il percorso, occorre ora oltrepassare il rifugio e imboccare il sentiero CAI 439. Si tratta di un percorso facile e in discesa, sull’ampio versante nordoccidentale del monte, sul quale incapperete sicuramente in tantissimi escursionisti (molti dei quali giunti in quota con gli impianti).
Ignorate il successivo bivio per il rifugio Scoiattoli e procedete dritto fino alla forcella Nuvolau (2.413 m).
VIA FERRATA AVERAU (OPZIONALE)
Qui alla forcella troverete tante cose: il rifugio Averau, gli impianti di risalita che approdano qui sia dal Passo Giau che dalle Cinque Torri, un crocevia di sentieri e l’indicazione della ferrata Averau.
È d’obbligo a questo punto una segnalazione importante: nonostante il cartello in loco classifichi questa via ferrata come facile, io non sono affatto d’accordo. Si tratta di una via ferrata estremamente breve, ma non è assolutamente comparabile alla Ra Gusela e, andando contro a quanto riportato e consigliato, NON la consiglierei mai ai principianti.
Il motivo? Beh, lo potete vedere con i vostri occhi imboccando il sentiero a mezzacosta verso la parete orientale del monte Averau e giungendo all’attacco della via. Il punto più difficile si colloca subito lì, ed è il contrario del punto più complesso della Ra Gusela: se quest’ultimo spaventava ma era assolutamente affrontabile senza problemi, questo qui all’Averau non lo è. Si tratta di una paretina verticale di alcuni metri, attrezzata solo con il cavo metallico e prevalentemente liscia: serve dunque tanta forza di braccia per tirarsi su.


Io non sono una neofita, ho percorso già vie ferrate di tutto rispetto quali la cresta ovest sulla Marmolada, la Tridentina, la ferrata per il Monte Cavallo e quella decisamente verticale della Cima Dieci (entrambe sul Sasso di Santa Croce in Val Badia), le due ferrate per la cima del Catinaccio d’Antermoia e altre ancora… E confesso che qui ho avuto non pochi problemi.
A vostra discrezione, potete provare a salire, tenendo molto bene a mente una cosa: da qui dovrete anche scendere, non ci sono scappatoie.
Se riuscite a superare indenni questo punto, arriverete a un piccolo bivio: a sinistra si entra in un canalino munito di scaletta metallica (tratto consigliato assolutamente in discesa, ma anche in salita), dritto si sale come prima ma è richiesto maggiore impegno e forza. Entrambe le opzioni si uniscono nel detritico canalino terminale e in un piccolo anfiteatro roccioso, da risalire fino a raggiungere la croce di vetta.

Attenzione qui, che anche se facile questo tratto, vi sono alcuni passaggi non banali e assai sdrucciolevoli.

Il rientro, come anticipato, avviene a ritroso sulla medesima via ferrata dell’andata. Prestate davvero tantissima attenzione, mi raccomando!
IL RIENTRO SULLA VIA NORMALE
Una volta usciti sani e salvi dalla ferrata Averau (e magari dopo un bombardino rigenerante all’omonimo rifugio) è tempo di rimettersi in marcia per completare l’anello. Le vie ferrate sono terminate, vi aspetta un lungo tragitto su via normale verso il Passo Giau.
Inizialmente si scende lungo la pista da sci, poi si imbocca la carrozzabile di servizio agli impianti contrassegnata dal CAI 464, che transita accanto alla piccola stazione meteo.
Continuiamo sempre sul 464 fino al bivio con il 452, che piega a sinistra e riguadagna un po’ della quota perduta transitando a mezzacosta fra prati e rocce sotto il versante sud/occidentale del complesso Nuvolau – Gusela. Lo percorriamo per un bel tratto fino a raggiungere, a quota 2.300 circa, dei ripetitori; qui il 452 si trasforma in una stradella ghiaiosa che punta decisa verso il sottostante Passo Giau riconnettendosi poi con un successivo bivio, al tratto iniziale di percorso accanto a rifugio Giau.


Valentina, l’autrice di Kilig Travel Blog
Scrivo, fotografo, mangio e racconto storie sul mondo e sulle cose belle. Amo l’autunno, i libri, i piccoli borghi, i tramonti sul mare, la mia gatta Trippy, i tortellini in brodo (sono bolognese, come potrebbe essere altrimenti?), la montagna, il caffè.
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