Appennino
Quando sento questa parola non posso fare a meno di pensare ai miei nonni, ai loro racconti appassionati e nostalgici di tempi passati.
Tempi di vacanze (o meglio, di villeggiature) in famiglia, un qualcosa che oggi per noi giovini è difficilmente immaginabile. Consistenti gruppi di parenti riuniti insieme nella stessa casa, affittata per un mese o più in località molto in voga in quegli anni: non troppo in alto, per non incorrere nei minacciosi problemi di pressione, ma fuori dalla morsa del caldo e della vita frenetica di città, in cantucci naturali idonei per “prendere il fresco”.
Si cucinava, si andava nel bosco a raccogliere funghi e mirtilli, si giocava a briscola e tresette, si passeggiava tutti insieme dopo cena per le vie del paese. E dove mai potevano andare quei bolognesi dei miei nonni a trascorrere il loro tempo libero?
Chiunque risieda a Bologna e provincia non può avere dubbi sulla risposta: Vidiciatico e Lizzano in Belvedere, due tra i paesi dell’appennino tosco-emiliano più noti negli anni passati, dotati di ogni comfort e ubicati alle pendici del Corno alle Scale, massiccio di balzi, prati e gradinate rocciose che si divide tra l’Emilia-Romagna e la Toscana.
Cresciuta in balia di queste simpatiche saghe familiari, e reduce di svariate gite domenicali, il mio attaccamento a questa brulla montagna dietro casa è inevitabile. Ogni anno mi riservo almeno un paio di giornate per visitare questi luoghi: salgo in cima al Corno dai Balzi dell’Ora, percorro il sentiero di crinale fino al Lago Scaffaiolo, mi fermo a pranzo al rifugio Duca degli Abruzzi, zompetto per i dolci pendii dei prati fino a ritornare al laghetto del Cavone, il classico punto di partenza del giro.

Quest’anno, tuttavia, mentre preparo zaino e scarponcini per intraprendere la gita sopra descritta, entra in scena mio fratello, armato di cartina, fogli freschi di stampa e un luccichio sospetto negli occhi:
“Perché stavolta non proviamo un giro diverso? Una “variante” del classico percorso che ormai conosciamo a memoria?”.
Occhieggiando i suoi fascicoli, vedo che si tratta sempre di un giro ad anello, ma molto più lungo dell’altro; un’escursione che prevede il famigerato sentiero Ruffo al Poggio di Mezzo e sconfina a più riprese sul versante toscano dell’appennino.
L’idea di cimentarmi in una nuova avventura, e di ritrovarmi a metà tra due regioni mi attira enormemente, così accetto. A questa trappola abbocca anche il nostro amico Mirco.
Non sappiamo ancora, mentre facciamo rifornimento della crescente croccantina più buona del mondo al forno Lodovisi, nel paesino di Silla, che stiamo per cimentarci in un’impresa eroica.
GIRO AD ANELLO SULL’APPENNINO TOSCO-EMILIANO: CORNO ALLE SCALE PER I RIFUGI SEGAVECCHIA, MONTANARO, PORTAFRANCA E DONNAMORTA
- Dislivello totale: 1440 metri
- Altitudine massima: 1.945 metri (Punta Giorgina, Corno alle Scale)
- Lunghezza: 19.5 km
- Difficoltà: EE (escursionisti esperti)
La fonte principali che ci ha fornito tempistiche, caratteristiche, sentieri dell’escursione (i temibili fogli di mio fratello!) è stato il sito Escursionismo a 360°, nella cui pagina dedicata potrete tutte le informazioni utili.
SPECIAL TIP – Dato che siete in procinto di compiere una lunga camminata, vi consiglio assolutamente di scaricare sul vostro smartphone l’app WeWard! Con essa più camminate e più guadagnate dei soldini. Leggete il mio articolo dedicato e preparatevi anche a ricevere un bonus da parte mia di 1.50 euro! Come? Inserendo sull’app, nella sezione Inserisci il codice di riferimento, il codice VALE-TazXE (occhio alle corrette maiuscole e minuscole).
Il punto di partenza è il Rifugio Segavecchia (912 m), a 2.5 km dal paese di Pianaccio, che ci accoglie con un invitante cartello:
Qui si fanno tagliatelle a tutte le ore del giorno!
Lo prendiamo come un ottimo auspicio, e ci gustiamo un caldo caffè in questa accogliente alcova gestita da simpatici ragazzi. Dentro ci sono tanti libri, un divano, un tavolo con sedie e una riserva di grappe da far invidia a un rude scozzese.
La caffeina ci aiuta a non pensare a ciò che ci aspetta: la prima parte del giro, dopo aver svoltato a destra prima del ponte sul fiume Silla e aver cominciato una lieve salita nel bosco, è infatti il celebre sentiero CAI 119, conosciuto anche come sentiero Ruffo al Poggio di Mezzo, in onore all’alpinista che lo ha tracciato.
Celebre poiché è la via direttissima per la cima del Corno, e prevede infatti un dislivello di salita di 1050 metri.
Lasciate ogni speranza, o voi che entrate!
Soprattutto se non siete ben allenati, se la pazienza non è tra le vostre qualità primarie, se è il 19 agosto e il caldo infernale della pianura arriva a lambire questi boschi appenninici. Parola mia e dei miei compagni, che abbiamo sudato come mai abbiamo fatto in montagna!

Il sentiero è ben segnalato e procede per gran parte nel faggeto, superando alcuni bivi e salendo a tornanti in mezzo al bosco, molto ripidamente nella parte finale.
Al termine degli alberi (dopo un tempo che sembra infinito) siamo a quota 1632 metri d’altitudine, e ci possiamo ritemprare con un bel panorama sul monte la Nuda (alla nostra destra), sul monte Gennaio (a sinistra) e sul Corno alle Scale (davanti a noi), la cui croce sembra davvero vicina, a un tiro di schioppo.
Ma è meglio non illudersi; mancano ancora circa trecento metri di salita, e sono tosti, molto tosti, ripidissimi e con alcuni tratti attrezzati muniti di cavo d’acciaio per aiutarsi nell’ascesa.
Chi pensa che l’Appennino sia solo un insieme di docili colline si sbaglia di grosso. Totalmente.
Le tre ore di cammino (rese più abbondanti dal caldo) ci fanno sentire idoli indiscussi quando sbuchiamo finalmente in vetta. Siamo sul punto più alto del monte, a 1945m, anche se quella che è considerata la vera cima del Corno alle Scale, munita di croce metallica, è Punta Sofia, alla nostra destra.

Il sentiero prosegue sulla sinistra, ma il richiamo della vetta è irresistibile. Ogni vera conquista montanara non è valida se non si tocca la sua croce! Inoltre, mangiare la famosa croccantina da qui godendo di un maestoso panorama sul gruppo del Cimone e del Monte Giovo non è roba da tutti i giorni.

Terminato il nostro banchetto si riparte, ritornando sui nostri passi e prendendo il CAI 129 che passa accanto a Punta Giorgina (1927m), e comincia a scendere conducendoci verso il Passo dello Strofinatoio, a quota 1847m.
Si tratta di un crocevia perennemente ventoso da cui noi prendiamo il sentiero CAI 00 di sinistra, che ci conduce in discesa verso il Passo del Cancellino, a 1632m.
Siamo già ufficialmente in territorio toscano, ed io sono elettrizzata!

Da qui prendiamo il CAI 20, un tenero sentierino erboso a mezzacosta che dolcemente compie un mezzo girotondo intorno al monte Gennaio e che, dopo aver superato un bivio, entra nel bosco, supera altri due bivi, passa accanto alla sorgente del Cacciatore (senza la quale noi oggi non saremmo qui a raccontare l’avventura) e ci conduce al poetico Passo dei Malandrini (1577m).
Lo salutiamo e imbocchiamo il CAI 3, a sinistra e in leggera discesa, la cui funzione è farci arrivare al Rifugio del Montanaro (1567m), per elemosinare un caffè d’altri tempi in moka (ma buonissimo!) e informazioni circa le tempistiche per il rientro.
Ci viene detto, in un marcato accento toscano, che siamo dei pazzi, che il rifugio Segavecchia, il nostro punto di arrivo, è lontanissimo, che ne avremo ancora per un bel po’ da marciare e sono già le 17 inoltrate.
Yeah!


Ritorniamo sui nostri passi al malandrinico Passo (quindi se siete stanchi ma non avete bisogno del rifugio, non fate la deviazione di prima), e non senza un certo disappunto prendiamo il CAI 00 che SALE (ancora?!) fino a raggiungere il Passo della Nevaia, (1635m) da cui, fortunatamente, imbocchiamo il sentiero CAI 35 in leggera discesa e nel bosco, che giunge al Rifugio Portafranca, a 1580m.
E’ chiuso, c’è solo un saccopelista addormentato su di una panchina.
Procediamo.

Tralasciamo il nostro CAI 35 (che scende) e risaliamo (evviva!) dalla parte opposta, connettendoci con il CAI 5. Incontreremo due bivi: il primo sostanzialmente lo ignoriamo continuando sul nostro sentiero 5, il secondo invece, a quota 1550m, lo utilizziamo per salutare il CAI 5 e immetterci nel CAI 111 a sinistra, che in breve tempo sbuca in prossimità della strada forestale.
Non lo abbandoniamo, neanche quando lascia la forestale per salire di nuovo nel bosco a destra, e nemmeno quando ci conduce al temibile Rifugio Donnamorta (1370m) che è sempre chiuso.
Lasciamo il 111 solo al bivio a 1345m, quando prendiamo il 113/A che, dopo un paio di bivi, arriva ad un torrente e si innesta nel 113, colui che ci fa guadare il corso d’acqua e ci conduce in salvo, presso la strada forestale che si riconnette ad anello al primo bivio del mattino: il ponte sul fiume Silla.
Approdiamo al Segavecchia che sono quasi le 20. Siamo stanchissimi, cotti dal sole, le nostre gambe sono distrutte ma siamo felici e grati per la bellissima giornata e la nostra costanza.
Prima di tornare a casa ci concediamo un grappino per festeggiare e scriviamo due parole nel libro del rifugio, mettendo nero su bianco la nostra splendida impresa!

NOTE PRATICHE
Le tempistiche fornite da Escursionismo a 360° sono realistiche, ma chi si cimenta in questa impresa deve tenere assolutamente in conto tempi extra per la pausa pranzo, la pausa sorgente, le varie fermate per prendere fiato nella salita della direttissima al Corno e via dicendo.
Al tempo totale di 6 ore e 27 minuti va aggiunta un’abbondante ora in più, due per stare tranquilli e godersi il giro senza ansie. E bisogna partire presto (molto presto) al mattino.
Se invece propendete per un’alternativa meno impegnativa, vi consiglio questo bel giro, sempre ad anello, il mio preferito!
42 commenti
Federica Assirelli · 28 Gennaio 2021 alle 11:07
Mi sono stancata solo a leggerti!! Me lo segno perché i panorami mi sembrano fantastici e vorrei conoscere meglio il nostro Appennino, ma lo tengo per quando sarò molto molto allenata!!
Anna · 8 Febbraio 2019 alle 11:38
Bellissima escursione. Anche io adoro la montagna ma devo dire che ancora non sono mai stata sull’Appennino. Abitando in Friuli, sono sempre andate verso le Dolomiti. Questo tuo articolo mi ha fatto venire veramente voglia di scoprirlo. Sono stata spesso a Bologna, ma mai nei dintorni. Dovrò metterlo in programma 🙂
Silvia Rossi · 3 Febbraio 2019 alle 20:35
wow complimenti che bel giro! conosco anch’io un po’ l’appennino e si… è tosto!!
Valentina · 4 Febbraio 2019 alle 11:31
Grazie mille Silvia! 🙂 Vero? In molti non ci credono, e pensano che l’appennino sia solo un insieme di dolci collinette….ahahahah!
Silvia Rossi · 5 Febbraio 2019 alle 10:12
Ma de che!! Le collinette sono nel Chianti ed anche li ci sono delle belle salite!!
Valentina · 7 Febbraio 2019 alle 10:47
Mai sottovalutare l’Appennino e le “collinette”, eheheh! 🙂
Arianna Lenzi · 27 Agosto 2018 alle 16:46
Dai che ho trovato la meta del mio weekend <3
Valentina · 29 Agosto 2018 alle 19:34
Grande!! Questo è un bellissimissimo giro, garantito! 🙂
sylviezainoinspalla · 8 Giugno 2018 alle 16:09
Escursione molto intensa ed interessante, amo molto il trekking e i cammini zaino in spalla e gli appennini sono tra le mie prossime mete. La mia intenzione era quella di fare il cammino degli Dei ma è molto impegnativo, forse potrei tastare il territorio percorrendo prima un’escursione del genere. Grazie per le indicazioni 💗👣 Sylvié
raffigarofalo · 30 Maggio 2018 alle 10:00
Grazie per questi suggerimenti e suggestioni. Ho scoperto il mondo del trekking lo scorso anno, in vacanza e da allora cerco sempre di andare almeno una volta al mese a fare una piccola escursione. L’estate sta finalmente arrivando e questo potrebbe essere uno dei prossimi itinerari lontani da casa. Grazie
Dani · 24 Aprile 2018 alle 18:36
Che belle foto! Mi sembra di sentire il profumo dei prati di montagna. Che bell’itinerario!
Alessandra · 20 Aprile 2018 alle 20:28
Concordo sul fatto che gli Appennini non siano dolci colline… Noi ogni estate andiamo in vacanza in Val Pusteria e devo dire che molti itinerari sugli Appennini sono molto più tosti di quelli che percorriamo sulle Dolomiti😄
VagabondaInside · 1 Aprile 2018 alle 18:45
IO ADORO QUESTI PERCORSI! non so sono più in grado di farli dato che non sono piu allenata ma insomma..provare non nuove! bellisisme anche le foto che han reso maggiormente l’idea! MAdo,,chissà se quest0estate riuscirlò a partire
Margherita · 17 Marzo 2018 alle 18:07
Mi hai fatto scendere una lacrimuccia :’) Sono tutti i paesaggi della mia infanzia, li conosco come le mie tasche (anche se il sentiero di cui parli credo di non averlo mai fatto e probabilmente morirei nell’impresa XD)
Io ho una casa a Farnè, poco sopra Vidiciatico. Se ti interessa sul mio blog trovi un articolo dedicato a un altro sentiero molto bello che da lì porta a Ca’ Lanzi 🙂
Grazie per le dritte!
Paola · 2 Marzo 2018 alle 11:39
Io mi sarei fermata al Rifugio Segavecchia davanti alle tagliatelle preparate a tutte le ore 🙂 Avete fatto un giro lunghissimo! Io camminate in montagna così lunghe le ho fatte solo con gli scout e ancora oggi mi chiedo come abbia fatto a sopravvivere!
vagabondele · 24 Febbraio 2018 alle 14:05
Bello questo itinerario che hai proposto! Da buona appassionata di montagna, prendo di certo spunto e nota!
Sabrina Barbante · 23 Febbraio 2018 alle 10:36
quei tratti e percorsi naturalistici nel nostro paese sono arte pura, fatta da secoli di lavoro della natura. vorrei darmi maggiormente al mondo del trekking, cosa che ho praticato un po’ nel mio periodi di vita lombarda. So anche anche la Puglia offre itinerari meravigliosi ma ancora non ne ho approfittato
sandragiamma · 23 Febbraio 2018 alle 9:17
Come sempre complimenti per le tue avventure e la tua forza di volontà. Quanto vorrei essere meno pigra 🙂
Rocio Novarino · 21 Febbraio 2018 alle 15:18
peccato che io non sia proprio scalatrice….. però ammetto che il tuo post come le foto mi hanno dato tanta voglia di un’escursione!!
martysmith89 · 20 Febbraio 2018 alle 21:08
Articolo stupendo <3
Giulia M. · 20 Febbraio 2018 alle 11:35
Da toscana mi è capitato di visitare queste zone per delle belle camminate e devo dire che mi piacciono molto, anche se non sono una fan delle parti più ripide. Siamo proprio fortunati ad avere a disposizione sia mare che montagna a (relativamente) poca distanza!
PS: Sono una super sostenitrice della firma nel libro del rifugio, avete fatto benissimo! XD
Valentina · 20 Febbraio 2018 alle 15:57
Grande, abbiamo una bellissima passione in comune!! 🙂 hai ragione, che bello avere a portata di mano paesaggi diversi!
The ItAlian SmoOthie Blog · 20 Febbraio 2018 alle 10:27
Ma che bello questo post!! Io amo il trekking e faccio anche io racconti di camminate ma nel mio amato Friuli. Far piacere un post tecnico come questo è arduo ma tu ci sei riuscita benissimo e con le tue foto mi è anche venuta voglia di fare un giro nell’Appennino! Evviva la montagna!
Valentina · 20 Febbraio 2018 alle 15:59
Grazie mille per le tue bellissime parole! 🙂 mi fa tanto piacere che abbia apprezzato il post! Mi sa che adesso vengo subito a sbirciare il tuo blog 🙂 🙂
Silvia · 19 Febbraio 2018 alle 23:08
Grazie del bellissimo articolo e dei preziosi consigli 🙂 Mi hai invogliato ad essere meno pigra 🙂
Valentina · 20 Febbraio 2018 alle 16:01
Ma grazie mille a te Silvia! Fare escursioni e camminare è un vero toccasana per corpo e mente!
Angelica · 19 Febbraio 2018 alle 21:43
Il trekking è una bellissima attività, ma al tempo stesso molto faticosa. trovo però sia il connubio perfetto per chi vuole fare attività fisica ma a chiudersi in palestra non ci pensa proprio!
Valentina · 20 Febbraio 2018 alle 16:03
Ben detto!! L’attività all’aria aperta e in mezzo alla natura è sempre una bellissima esperienza. Questo giro è parecchio impegnativo, ma ci sono tantissimi altri percorsi più tranquilli.. presto scriverò nuovi post 🙂
Mademoiselle Champagne · 19 Febbraio 2018 alle 19:39
Che bel racconto di queste famiglie unite e numerose, si è persa l’abitudine di andare in “villeggiatura” con i parenti, ha ragione.
Ho perso l’abitudine di camminare in montagna ma tu trasmetti voglia di rifarlo…
Denise Masiero · 16 Febbraio 2018 alle 16:06
Negli ultimi anni ho cominciato ad appassionarmi sempre di più ai percorsi a piedi. Devo ancora raccontare sul blog di alcuni bellissimi percorsi!
golosiitineranti · 29 Gennaio 2018 alle 14:33
Molto bello questo percorso! Io abitando a Treviso vado più spesso sulle Dolomiti, ma quando vado nelle Marche a trovare i miei zii facciamo spesso delle gite sui monti Sibillini 🙂 l’Appennino mi piace molto, ha un paesaggio molto diverso da quello alpino ma non per questo meno affascinante!
marina lo blundo · 26 Gennaio 2018 alle 16:42
Bello! Mi fai tornar voglia di passeggiate in montagna! Io però, a cavallo tra Toscana ed Emilia Romagna, conosco meglio il Mugello: ricco di natura, cultura e buon cibo!
robisceri · 6 Gennaio 2018 alle 12:15
Adoro il trekking e mi sono calata nelle tue estati passate, insieme a una famiglia calda e chiassosa ❤️ Mi devo spiegare una cosa però: cos’è il latte di gallina?
Valentina · 8 Gennaio 2018 alle 15:26
Che cara, grazie mille! <3 comunque hai ragione, ho citato il latte di gallina lasciandolo però avvolto nel mistero.. 😀 si tratta di un liquore di produzione locale! Composto dal tuorlo dell'uovo (di gallina!), da latte (di mucca, stavolta!), zucchero, vaniglia e una parte di cognac o rhum. Sia per il colore che per il sapore somiglia un po' al bombardino, per intenderci 😉
FuoriMappa · 6 Gennaio 2018 alle 11:01
Bellissimo! Un percorso assolutamente da provare! Grazie
Valentina · 8 Gennaio 2018 alle 15:27
Grazie a te Sarah! 🙂 se capiti in queste zone te lo consiglio assolutamente!! anche se, come ho scritto, è un giro parecchio lungo e impegnativo (soprattutto nella prima parte) , ma ne vale davvero la pena! <3
Fiorella Manini · 24 Dicembre 2017 alle 12:32
Grazie dei consigli, anch’io sono appassionata di escursionismo ma conosco anche troppo poco l’appennino toscoemiliano! Si direbbe abbiate fatto un gran bel giro, quando avrò occasione sperimenterò 🙂
Valentina · 27 Dicembre 2017 alle 22:57
Grazie a te Fiorella per essere passata di qua! 🙂 questo è stato un giro davvero lungo e parecchio faticoso, soprattutto nella parte di salita iniziale.. ma ci sono tantissimi altri bei giri da fare in appennino! A breve parlerò di un altro sentiero più tranquillo ma ugualmente bello 🙂
ingirovagandomum · 16 Dicembre 2017 alle 22:29
Amo camminare in montagna e conosco bene la sensazione di euforia della vetta, la fatica mentre si sale e la stanchezza appagata all arrivo. Complimenti per il giro
Valentina · 18 Dicembre 2017 alle 12:25
Grazie mille! 🙂 sono felice che condividiamo una bellissima passione!!
Anna · 11 Ottobre 2017 alle 23:21
Leggere il tuo articolo è stato interessante e piacevole; un simpatico racconto che ha risvegliato ricordi ed emozioni del passato. Ho frequentato la zona ma non conoscevo la possibilità di fare questa bella escursione.
Complimenti per l’impresa !! Molto belle le foto.
Valentina · 12 Ottobre 2017 alle 14:29
Ciao Anna! Grazie mille per le tue belle parole! <3 sono contenta che l'articolo ti sia piaciuto! 🙂 è un giro faticoso ma bellissimo, il nostro Appennino nasconde dei posti veramente stupendi! Un abbraccio!