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Ah, gli anni ’90!

Quante volte sento ripetere questa frase, corredata da un sospiro nostalgico e da sguardi puntati verso il cielo!

Io stessa la pronuncio spesso, soprattutto da quando ho letto il post di Daniela nel suo blog the DAZ box, intitolato Viaggiare negli anni ’90. I miei ricordi. L’articolo in questione è stata una trovata davvero originale, che ha innescato una serie di tuffi nei ricordi, lacrimucce e una simpatica iniziativa da parte di Alessia e del suo blog Una valigia di emozioni (e della community Travel Blogger Italiane): ovvero scrivere della nostra personale esperienza di viaggio in quegli anni ormai patinati di vintage.

Potevo forse non accogliere questa intrigante proposta?

Una bimba in viaggio negli anni Novanta

Essendo nata proprio nel 1990 tondo tondo, gli anni Novanta hanno fatto da sfondo alla mia infanzia, quando ero una scatenata e indomabile bambinetta. Senza la contaminazione degli sbalzi ormonali tipici dell’adolescenza, e privo di quelle noiose paturnie che caratterizzano la vita degli adulti, questo decennio è stato per me un meraviglioso momento della mia esistenza, forse il più bello.

Ho avuto la fortuna di essere cresciuta in un ambiente famigliare molto solido, protettivo e ricco di affetto e stimoli; e di viaggiare parecchio, in lungo e in largo, per tutto il suolo italico.

Ho già raccontato in un altro post quanto per me sia stata fondamentale questa infanzia in viaggio per far sbocciare l’amore per la scoperta di luoghi nuovi. Non finirò mai di ringraziare i miei genitori per avermi portata sempre con loro, ma un potente grazie va anche ai miei nonni, sia materni che paterni, perchè anche loro sono stati i protagonisti indiscussi di gran parte dei miei viaggi anni ’90!

Viaggiare negli anni Novanta

Ma veniamo ora al tema principale di questo articolo: cosa significava, in concreto, viaggiare negli anni Novanta? Come si faceva senza tutte le tecnologie e i comfort che abbiamo ora? Con cosa si partiva? Che tipologia di viaggio saltava fuori?

È con tanta emozione e nostalgia che vado a scoperchiare la mia scatola dei ricordi, per raccontarvi le mie esperienze in un’epoca, in fondo, non poi così lontana.

Siete pronti?

Viaggiare senza prendere il volo

Non stiamo parlando del Medioevo, moltissimi viaggiatori già solcavano i cieli a bordo di aerei; tuttavia, questa modalità di viaggio non era poi così frequente. Vuoi per un’offerta di destinazioni molto più esigua rispetto a quella di oggi, vuoi per i prezzi salati dei biglietti… Insomma, il mezzo prediletto per viaggiare negli anni Novanta era, soprattutto, l’automobile.

Nei miei ricordi di bambina trovano posto due vetture principali sulle quali ho cominciato a scoprire il mondo: la Fiat Tempra verde di mio padre, e la mitica Fiat Punto grigia, del mio nonno materno.

Sulla prima niente da dire: spaziosa, lunga, dotata di autoradio-mattone staccabile, sedili morbidi e, udite udite, aria condizionata. Ci stavamo comodamente in quattro, con tutto il consistente equipaggiamento di bagagli necessario. Su di lei sono andata in Puglia, Calabria, Campania, Sardegna, Liguria, Veneto, Trentino-Alto Adige, Umbria, Toscana senza particolari ripercussioni.

viaggiare negli anni novanta: fiat tempra verde, il mio mezzo di trasporto

Con il secondo veicolo, la Punto, percorrevo ogni estate un tragitto il più possibile lineare in direzione del luogo di villeggiatura montanara prescelto dai nonni. Per almeno quattro anni di fila, questo simpatico mezzo di trasporto ci ha portati sani e salvi a Caviola, ridente località dell’Agordino (Trentino) situata al limite dei pericolosissimi 1.000 metri d’altitudine. Poi ci furono Folgaria, Ziano di Fiemme, Fiera di Primiero, Malè.

Il punto è che questi erano quasi tutti viaggi di almeno due ore e mezza di macchina, fatti in pieno luglio e senza aria condizionata! E nemmeno l’autoradio! Io, tra l’altro, ero sempre seduta dietro, schiacciata tra la nonna e una pila di borsoni (rigorosamente quelli della raccolta punti dell’Esso) che sempre eccedeva l’esiguo spazio del baule.

Vi lascio immaginare il comfort.

lLa musica da viaggio negli anni ’90: autoradio staccabile e cassettine registrate

Uno degli elementi fondamentali dei viaggi in macchina negli anni Novanta era la musica. Ma non era niente a che vedere con le nutrite playlist di Spotify di cui usufruiamo oggigiorno! L’autoradio della Fiat Tempra accettava solo le cassettine, curiosi oggetti che i bambini di oggi probabilmente non sanno riconoscere.

La cassettina aveva due lati, A e B; quando terminavano le 6/7 canzoni del lato A, bisognava estrarla e inserirla nuovamente dall’altro lato, schiacciando play. Ne viene che, per i viaggi molto lunghi, serviva una riserva di musicassette assai cospicua, che solitamente era riposta in appositi contenitori e occupava un concreto spazio all’interno dell’abitacolo.

Di certo non si potevano ascoltare le cassettine originali in macchina, a detta di mio padre. Egli temeva per la loro incolumità, e così, qualche giorno prima della partenza, si dedicava ad un’attenta attività di pirateria, registrando copie delle musiche di Queen, Beatles, U2, atte all’uso spartano in macchina.

viaggiare negli anni novanta: musicassette del re leone e degli aqua

Ogni tanto mi veniva concesso di proporre le mie scelte musicali, e qui mi scende una lacrimuccia! A quei tempi possedevo un bottino prezioso composto da ben due cassettine, che ero solita ascoltare fino allo sfinimento: la raccolta delle canzoni del Re Leone e, udite udite… Aquarius, degli Aqua!

E quando partiva Cartoon Heroes.. chi mi teneva più! 🙂

Viaggiare in un tripudio di mappe, atlanti, stradari

“Bene, partiamo! Aspetta solo che punto il navigatore!”

AH AH AH! Parole incomprensibili per un viaggiatore degli anni Novanta!

Le nuove generazioni stenteranno a crederci, ma questi preziosi strumenti a cui affidiamo incondizionatamente le nostre rotte e le nostre vite, a quei tempi non esistevano. E la cosa bella è che si arrivava sempre sani e salvi a destinazione, senza troppi problemi.

Qualche giorno prima della partenza, cominciavano a comparire in casa atlanti, mappe e stradari. I miei genitori si sedevano a tavola e si mettevano a studiare, spesso tracciando itinerari con un pennarello o evidenziando le strade e gli incroci più problematici. Non mancava mai la telefonata ad un parente esperto, i cui saggi consigli venivano prontamente messi nero su bianco.

E se qualcosa andava storto e ci si ritrovava in luoghi sperduti?

Pazienza: giù il finestrino (rigorosamente con la manovella) e “Salve, un’informazione, per la Pensione Arabella?”, al primo essere umano che si palesava.

Qui stiamo tutti bene, non torniamo più, tanti saluti e baci a tutti voi!

Scritta in ogni tipo di calligrafia, colorata o meno, questa frase l’abbiamo prodotta tutti in quegli anni. Solitamente appoggiati al tavolino rotondo e traballante della terrazza vista mare della nostra camera, o seduti comodamente sui divanetti della hall di un hotel con poche pretese, arrivava il sacro momento della redazione delle cartoline!

viaggiare negli anni novanta: set di colorate cartoline delle tipiche vacanze anni '90

Si andavano a scegliere con cura al tabaccaio più vicino, si compravano i francobolli e ci si spremeva le meningi alla ricerca di parole originali. Ma gira e rigira, il succo del messaggio era sempre lo stesso, almeno per i parenti:

Una montagna / un mare / una città di saluti da tutti noi!

Mentre per gli amici o i filarini/e, ci si impegnava un po’ di più ma senza mai esagerare. Non si poteva sapere in che mani la nostra bella cartolina sarebbe finita!

Prenotare senza il computer: cataloghi, agenzie, passaparola

Qualche mese prima dell’estate, i miei genitori si recavano nella più vicina agenzia di viaggi a fare incetta di cataloghi e riviste. E il sabato sera ci si ritrovava a casa degli amici di famiglia che partivano con noi a decidere la meta per le vacanze. Solitamente vigeva una rigida divisione in casa mia: mare in giugno e luglio, montagna in settembre. Non seguivo gli sviluppi della scelta della location, ma so che passavano in rassegna tutti i cataloghi, sceglievano il villaggio o l’appartamento più indicato e cominciavano a telefonare e a chiedere preventivi.

Internet non esisteva, per cui si faceva tutto al telefono o affidandosi all’agenzia. O al passaparola. Se qualche zio o amico fidato ci parlava bene di una determinata struttura, non c’era motivo di cercare troppo; ci si fidava sulla parola e via, si prenotava.

Documentarsi sui luoghi senza Internet

Fino alla prenotazione del posto ci siamo. Ma come si faceva a racattare informazioni sui luoghi da visitare senza il computer? Facile. Si compravano riviste e guide di viaggio, e ci si annotava su di un supporto cartaceo le cose più interessanti.

Questa era un’operazione che mi piaceva molto, soprattutto adoravo le bellissime foto della guida del Touring e delle riviste di Bell’Italia, accompagnate dall’odore della carta lucida. In realtà, ancora oggi porto avanti questa abitudine anni ’90 di famiglia; ho una collezione di Bell’Italia invidiabile, e spesso pianifico i miei viaggi italici senza navigare sul web. L’ho fatto con questo weekend toscano, e ne è venuta fuori proprio una bella avventura!

Telefonarsi in vacanza negli anni ’90

Oggi siamo perennemente online, connessi con amici, parenti e sconosciuti in ogni momento e in ogni viaggio, anche se siamo in capo al mondo. Ci si mandano note vocali, si fanno videochiamate dalle cime dei monti, ci si inviano messaggini e foto su tutti i canali social.

Per chi partiva negli anni Novanta, queste variegate possibilità di contatto non esistevano. L’unico mezzo era la telefonata dalle magiche cabine telefoniche (con previa incetta di sonanti gettoni), o dal telefono dell’hotel. Chiamata che poi avveniva ogni due/tre giorni e che doveva durare poco, per non spendere una follia.

Ricordo come fosse ieri le vacanze con nonna e fratello all’hotel Italia di Senigallia, e l’ansioso altoparlante che, all’ora di cena, rimbombava fra i tavoli e annunciava chi era desiderato in reception al telefono!

I ricordi più belli: rullini, macchine usa e getta, album di foto

Anche se non si potevano condividere sui social network, nei viaggi degli anni Novanta si facevano comunque molte fotografie.

Sia che si utilizzasse la macchina fotografica professionale, rigorosamente analogica, o quella usa e getta, per scattare foto era però necessario possedere un piccolo e prezioso oggetto: il rullino!

Questo magico cilindretto consentiva di scattare un certo numero di foto (si potevano acquistare rullini da 12, 24 o 36 foto, se non vado errata) e bisognava pregare tutti i santi conosciuti che niente andasse storto durante il suo inserimento nella macchina e durante gli scatti. Ah, ovviamente non c’era modo di sapere come sarebbe venuta la foto! Quindi si scattava e basta, con l’immancabile accompagnamento di un briciolo d’ansia.

Ricorderò per sempre, e con grande emozione, la mia vacanza coi nonni a Malè, in Trentino. In quei 15 giorni (la durata minima delle vacanze anni Novanta), mio nonno si improvvisò fotografo e ci immortalò in un numero indefinito di bellissimi e complicati scatti.

Foto con le mucche, foto con i cavalli, foto di gruppo al rifugio, foto mentre giocavamo a bocce, foto con lo staff dell’hotel… Avevo grandissime aspettative per le immagini che ne sarebbero saltate fuori! Aspettative che, purtroppo, non si concretizzarono mai e mi lasciarono una profonda ferita che, ancor oggi, si riapre spesso.

Non era stato inserito nessun rullino nella macchina. Nessuno.

Mi piace pensare che queste mie tanto agognate fotografie stiano ancora fluttuando nell’etere, libere e leggere.

Il risultato degli scatti si poteva ammirare solo dopo che il fotografo di fiducia aveva sviluppato il famigerato malloppo di rullini. Se tutto era andato per il verso giusto (anche se qualche foto a effetto ectoplasma non mancava mai) allora si poteva procedere alla realizzazione degli album fotografici, in cui si attaccavano le foto e con un tratto-pen si scrivevano piccole didascalie.

viaggiare negli anni novanta: album fotografici

L’album veniva poi mostrato con orgoglio ad amici e parenti, eventualmente corredato anche dall’ausilio delle diapositive. Questi piccoli dischetti quadrati venivano inseriti in un proiettore che mostrava le immagini su di un apposito pannello bianco o sul muro. E tutti ammassati su sedie e divani, zitti e al buio, a contemplare quegli antichi capolavori!

viaggiare negli anni novanta: piccola diapositiva

Quanti bei ricordi mi sono tornati alla mente! E sto iniziando a pensarla come mio nonno, e ad esclamare ad alta voce che quelli erano proprio bei tempi!

E voi che mi raccontate? Com’era il vostro viaggiare negli anni Novanta? Dai dai raccontatemi i vostri aneddoti nei commenti! ♥


Ascolta anche il podcast della puntata radio di Dance All Tracks, l’aperitivo musicale che conduco insieme a DJ Tronk su Radio Sonora due giovedì al mese. Parliamo proprio di questi nostalgici viaggi, e brindiamo con una bellissima selezione musicale! Clicca sul logo qui sotto e… Buon Ascolto!


Valentina, l’autrice di Kilig Travel Blog

Scrivo, fotografo, mangio e racconto storie sul mondo e sulle cose belle. Amo l’autunno, i libri, i piccoli borghi, i tramonti sul mare, la mia gatta Trippy, i tortellini in brodo (sono bolognese, come potrebbe essere altrimenti?), la montagna, il caffè.


56 commenti

Arianna Lenzi · 11 Ottobre 2018 alle 17:07

Mamma mia, che nostalgia pazzesca! Ad Aquarius sono morta, credo sia stato uno dei miei primi CD, qualche anno dopo, da ragazzina. Era una bella vita, nonostante tutto. PS: io le cartoline le mando ancora adesso!

    Valentina · 15 Ottobre 2018 alle 16:57

    Ahahah grande Ari!! 😀 I viaggi anni ’90 erano impagabili! Io ce l’ho ancora la mitica cassetta di Aquarius, mi è venuta voglia di riascoltarla in originale! Dovrei avere da qualche parte un walkman.. Eheh, ora lo so che le mandi ancora le cartoline 😉

Erika Scheggia · 4 Aprile 2018 alle 18:00

Ho adorato follemente questo tuo articolo. Gli anni tra gli 80 e i 90 sono stati forse i migliori per i viaggi on the road. si andava un pò all’avventura, con le mappe, che non sapevi neanche da parte guardarle e andavi un pò a naso…adesso con i navigatori è tutto più semplice. prima rischiavi di perderti ad ogni incrocio, ad ogni uscita dell’autostrada e scoprire così posti nuovi e scorci magici. Si viveva un pò di più e si pensava un pò di meno. C’era l’ebbrezza dell’avventura, del non sapere quanto tempo ci avresti messo ad arrivare a destinazione e se mai ci saresti arrivata. La musica, quella era la migliore. Si, adesso, infili una usb e parte una compilation perfetta, che si ascolta con una bella aria condizionata sulla faccia, che dopo qualche ora ti farà venire il mal di gola e il torcicollo. negli anni 90 l’aria fresca entrava dal finestrino e ti scompigliava i capelli. capelli al vento. Spensieratezza. E una volta arrivati a destinazione si scattavano poche foto. Non come adesso che ci si perde dietro lo schermo di un telefono, scattando mille foto…tanto poi le riguardo a casa e scelgo le migliori. Negli anni 80/90 dovevi osservare bene cosa avevi attorno, prestare attenzione al momento perfetto per scattare la tua foto ricordo…perché sviluppare il rullino ha un costo…e non puoi fare foto illimitate!!!

Ottimo articolo per un viaggio indietro nel tempo.

Sofia · 1 Aprile 2018 alle 23:34

Viaggiare negli anni 90 con i miei genitori era traumatico. Facevamo ore di auto e non avevamo (noi bambini) nessun modo di passare il tempo a parte il fidato Walkman.

elisa · 5 Marzo 2018 alle 10:31

questi articoli sugli anni 90 sono tutti un salto nel passato! Mi fa ricordare la mia infanzia… comunque le cartoline le mando ancora!

    Valentina · 5 Marzo 2018 alle 15:09

    Che brava!! Anche io ogni tanto ne spedisco ancora qualcuna 🙂

Sandra · 2 Marzo 2018 alle 18:26

il viaggio prima di tutto, credo che oggi giorno si sia perso un po’ questo spirito… Io ricordo con orrore le cartoline, ma ora mi piacerebbe riceverne ancora, perchè quelle oscene magari con “Rimini by Night” le ho ancora in una scatola, ben conservate. Ricordo la mia prima volta in Irlanda senza navigatore e con la cartina ingombrante. Che meraviglia!

vagabondele · 18 Febbraio 2018 alle 21:39

Sono una di quelle fortunate che già negli anni 90, prendeva il volo è concordo pienamente con il fatto che non fosse per nulla economico, però che emozioni! In macchina per assurdo ci ho viaggiato dopo, sempre alla guida scarrozzando le amiche del cuore!

Euge Nia · 18 Febbraio 2018 alle 11:38

Ma che nostalgia, le cassettine di una volta, ce n’è ho ancora un bel po’ come un bel ricordo! Bellissimo post!

panannablogdiviaggi · 17 Febbraio 2018 alle 17:57

È bellissimo ripensare a quel periodo! Per me uno dei ricordi più vividi è papà che sfoglia le carte stradali per decidere l’itinerario 😍

Stefania Molia · 17 Febbraio 2018 alle 17:39

Io andavo alla cabina telefonica a raccontare tutto alla mia amica 🙂

anna · 17 Febbraio 2018 alle 2:23

che ridere, quanti ricordi fra cassette e diapo. Io ricordo che ogni volta che tornavo a casa da un viaggio avevo 1000 diapo da far vedere ai miei amici che non ne potevano più.

Giulia · 16 Febbraio 2018 alle 14:37

Le diapositive, quanta nostalgia! Viaggiare era davvero un’avventura e parliamo di poco più di 20 anni fa 🙂 che bei ricordi però!

sabrina barbante · 15 Febbraio 2018 alle 20:46

bellissimo momento amarcord!
Ho scritto un post sui nostri viaggi negli anni novanta e primi duemila, in cui forse non avevamo internet e dovevo chiamare dal fisso del campeggio un altro campeggio in Austria per sapere se lì piovesse meno che in Trentino, forse siamo sopravvissuti per miracolo… ma la ryan era davvero low cost (ah, i miei voli da 0.99 cent…) e trenitalia aveva un fenomeno magico e mitologico chiamato TARIFFA AMICA (Andata e ritorno Lecce-Torino con 30 euro… cioè… io con un totale di 50euro me ne sono andata in Costa Azzurra!!!).
Che tempi. CI hanno beffati. CI hanno attaccato il virus del viaggio, ci hanno regalato la libertà di movimento sapendo che non avremmo mai più spesso, come fanno i pusher più pericolosi con la coca fuori dalle discoteche, e noi ci siamo cascati con tutte le scarpe.

Sandra · 15 Febbraio 2018 alle 9:59

Quanti ricordi riaffiorano con questo tuo emozionante post. La macchina carica, carica di roba, le cassette, lunghi viaggi in cinque dentro una macchina per quattro. Il più piccolo sempre in braccio. Le cartine… ma quale tomtom… perdersi e cmq scoprire, e accontentarsi e non avere fretta…
http://www.seminaecucina.com

Nicoletta C. · 14 Febbraio 2018 alle 14:49

Bellissimo articolo.. anche noi abbiamo iniziato a viaggiare negli anni ’90… e spesso mi chiedo… ma come facevamo?! Tutto on the road, senza internet, spesso senza nessuna forma di prenotazione, chiamando a casa dalle cabine del telefono. Ma che belle avventure!!! Comunque, a mappe ed atlanti io non rinuncio neanche ora 🙂

Giulia M. · 13 Febbraio 2018 alle 15:47

Sono nata nel ’90 spaccato pure io, a sentir parlare delle cassette per far passare il tempo in viaggio rischia di venirmi il magone! XD Mi ritrovo anche in tutto il resto, anche se devo dire che essendo i miei a organizzare i viaggi l’aspetto puramente pratico non lo ricordo molto. Era molto comodo perché ovviamente così la vacanza sembrava quasi apparire dal nulla, sapevi giusto la meta, il nome dell’hotel e poi semplicemente era tutto lì pronto ad aspettarti ! XD

Federico · 13 Febbraio 2018 alle 9:34

Fantastico tuo papà, me lo immagino mentre vieta al resto della famiglia di usare le sue cassette originali in macchina… 😂
Anche io ho vissuto la mia infanzia negli anni ’90: avevo un anno quando è caduto il muro di Berlino, ero lì!
Mi sono ritrovato nelle tue descrizioni dei viaggi, quando col VW “Multivan T4” del papà facevamo oltre 1000 km in un giorno, per raggiungere la Germania del nord, la Francia o l’Inghilterra. Ricordo i miei genitori impegnati a sfogliare atlanti per trovare percorsi autostradali alternativi (per evitare cantieri, code chilometriche…)
E le macchine fotografiche? Penso sia capitato a tutti almeno una volta di scattare fotografie stupende in vacanza, tornare a casa e scoprire che non c’era il rullino…che disperazione! Ti dirò di più, conosco persone che andavano a farsi riparare la macchina fotografica “rotta” perché non scattava più foto. Arrivavano in negozio, il fotografo apriva la macchina e diceva: “signora/e, non scatta foto perché non c’è il rullino”. 😂
Che bell’articolo, per chi ha vissuto in quegli anni è un nostalgico tuffo nel passato! 🙂

Angelica · 12 Febbraio 2018 alle 16:20

Io sono del ’95 e ammetto che alcune esperienze tipiche degli anni ’90 non le ho vissute. Alcune però Sì, tra queste le cartoline, le macchine fotografiche usa e getta, prenotare gli alberghi in base a quelli che venivano messi sul retro del giornalino della tv (poche volte siamo andati in agenzia) e soprattutto gli eterni viaggi in macchina!

Mademoiselle Champagne · 12 Febbraio 2018 alle 16:00

Bellissimo post. E quanta nostalgia, io negli anni ’90 viaggiavo già da sola per questioni anagrafiche e lo facevo molto spesso in auto, ora per questione più di costi che di tempi opto molto spesso per l’aereo e l’auto a noleggio, ma la partenza da casa in auto resta in cima alla mia lista delle preferenze. Ma il tuo post mi ha fatto ricordare un bellissimo viaggio in Croazia con la mia famiglia con una Fiat Ritmo e la musicassetta di Venditti ascoltata e cantata per tutto il viaggio. Grazie Valentina!

Rocio · 12 Febbraio 2018 alle 11:10

Oddio Aquarius!! E le cartoline e le mappe stradali!! Peccato che io al contrario non ho granché da dire su quegli anni, facevo sempre e solo piemonte liguria per le vacanze estive o anche invernali, due ore di macchina, niente di che!

    Valentina · 12 Febbraio 2018 alle 15:08

    Che tempi che erano! 🙂 Io andavo via tantissimo in estate, mentre in inverno molto poco!

Very e Dani · 12 Febbraio 2018 alle 9:48

Bellissimo post, mi hai fatto ridere e ricordato tantissime cose! Io sono del ’93, ma alcune cose me le ricordo esattamente uguali. Le cassettine per la musica mi si rompevano sempre, bisognava stare lì ad arrotolarle col dito e sperare non si fossero rovinate! Per non parlare di tutte quelle volte che con la cartina in mano “no, secondo me bisogna andare di là” ahahah
Sicuramente c’era più avventura nel viaggiare 🙂

    Valentina · 12 Febbraio 2018 alle 15:10

    Grazie mille davvero, sono felicissima che ti sia piaciuto il mio tuffo nel passato! 🙂 Abbiamo solo tre anni di differenza, ma ci siamo godute in pieno soprattutto la seconda parte di quel decennio. Mamma mia, quante avventure! 😀

Dani · 12 Febbraio 2018 alle 7:02

Quanti ricordi! Cartoline e cabine telefoniche… un must!

    Valentina · 12 Febbraio 2018 alle 15:10

    Esattooo!! Forse le due caratteristiche principali dei viaggi in quei tempi 😉

Raf · 11 Febbraio 2018 alle 21:02

Che carrellata di ricordi! ti giuro che la raccolta punti della Esso con i suoi regali me la ero dimenticata!

    Valentina · 11 Febbraio 2018 alle 21:24

    Eheheh! Quei mitici borsoni hanno fatto la storia degli anni Novanta!!

Daniela - The DAZ box · 11 Febbraio 2018 alle 17:01

La raccolta punti dell’Esso! Fantastico! Tutt’altro modo di viaggiare, è vero, ma non per questo meno emozionante o divertente! Quanti ricordi!

    Valentina · 11 Febbraio 2018 alle 21:26

    Mi sono tornate alla mente tantissime cose mentre scrivevo questo post! Che bei ricordi! Erano viaggi divertentissimi 🙂

Valeria · 10 Febbraio 2018 alle 22:35

Quanti ricordi mi hai risvegliato! Io in viaggio avevo sempre il walkman e almeno 10 cassette con me! Che strazio riavvolgerle ogni volta..però faceva parte del viaggio 🙂

    Valentina · 11 Febbraio 2018 alle 21:31

    Ahahaha hai ragione!! Ci voleva sempre un secolo per riavvolgerle 😀 io non ho citato il mitico walkman perchè ero ancora troppo piccola, ma ricordo che mio fratello lo ascoltava tantissimo nei viaggi!

Maria · 10 Febbraio 2018 alle 20:40

Sto leggendo tutti i post che avete scritto sui viaggi anni 90 per trovare ricordi e curiosità. Devo dire che quella del rullino inesistente era un ricordo chiuso chissà in quàle cassetto della mente. Secondo me è capitatoun pò a tutti questa svista. Mamma che delusione!!😂

    Valentina · 11 Febbraio 2018 alle 21:33

    Ahahah davvero!! Non dimenticherò mai la sgridata supersonica che si è preso mio nonno dalla nonna quando si è accorto che non c’era il rullino nella macchina! Comunque è vero, questi post sui viaggi anni ’90 hanno richiamato alla mente davvero tantissimi ricordi e aneddoti!

Stefania CON LA VALIGIA ARANCIONE · 10 Febbraio 2018 alle 16:27

La nostra compagna di viaggio è stata la CITROEN BX di mio padre, che ci ha scarrozzato da Bari alla Calabria, Roma, Marche e Umbria in tante occasioni. In compagnia delle cassette a nastro!

    Valentina · 11 Febbraio 2018 alle 21:34

    Che bei viaggi! Immagino che anche tu abbia tantissimi ricordi divertenti legati a quei momenti 🙂

Laura · 10 Febbraio 2018 alle 11:45

Bellissimo il tuo viaggio indietro nel tempo è davvero bella questa iniziativa. 😊

    Valentina · 11 Febbraio 2018 alle 21:35

    Grazie mille Laura! Sì, è davvero una bellissima trovata!!

drunkintravel · 10 Febbraio 2018 alle 10:36

Le cassette, le cartoline, i rullini che portavi a stampare e aspettavi una vita per poter sfogliare i ricordi. Il tempo speso a mettere in ordine le stampe su porta foto, con annessa descrizione “cittàlagiù1997”. Che bei ricordi, e che nostalgia!

    Valentina · 11 Febbraio 2018 alle 21:36

    A chi lo dici! Mi sono emozionata a rivedere i vecchi album di foto di quegli anni 🙂

marina lo blundo · 9 Febbraio 2018 alle 21:56

Oddio gli Aqua! Nata nel 1990? ‘na ragazzina! Eppure va detto che tra l’inizio degli anni ’90, di cui non puoi avere ricordo, e la fine, non era cambiato granché. Sono gli anni 2000 che hanno fatto davvero la rivoluzione

    Valentina · 11 Febbraio 2018 alle 21:38

    Eh sì, negli anni 90 ero piccolina ma avendo un fratello di sette anni più grande, ero già aggiornatissima su tutta la musica del momento 🙂 impazzivo per gli Aqua soprattutto perchè mi piaceva da matti Barbie Girl eheheh!

drinkfromlife · 9 Febbraio 2018 alle 20:05

viaggiare in macchina negli anni ’90 era quasi un’esperienza mistica! La nostra generazione passerà alla storia per questo 😉
E le diapositive, che ricordi!

    Valentina · 11 Febbraio 2018 alle 21:39

    Ahahah infatti!! Manovelle, assenza di aria condizionata, cassettine, diapositive, rullini… quanto sarà difficile raccontare tutto questo ai nostri figli?!

claireinsicily · 9 Febbraio 2018 alle 19:31

Io mi chiedo sempre: ma come si faceva prima senza Google Maps? Io sarei persa 🙂

    Valentina · 11 Febbraio 2018 alle 21:39

    Dovevamo diventare tutti esperti cartografi, questo è certo 🙂 e armarci di tantissima pazienza!

Rivogliolabarbie · 9 Febbraio 2018 alle 18:59

Ricordi davvero splendidi, in gran parte condivisi anche da noi! Le diapositive però mi mancavano, erano un livello decisamente troppo elevato da raggiungere 😂

    Valentina · 11 Febbraio 2018 alle 21:41

    Ahahah, io ne ho diverse scatole nell’armadio! Mio padre è un fotografo amatoriale, e già allora sperimentava le varie tecnologie! Comunque davvero, questa iniziativa ha tirato fuori delle perle e dei ricordi meravigliosi!

robisceri · 9 Febbraio 2018 alle 16:22

Ma che bellino questo articolo! Ti ci sei messa proprio d’impegno 😃 Caspita, avevo dimenticato l’esistenza della Fiat Tempra e anche il fatto di dover girare la cassetta, una volta terminato un lato. Hai ragione: quanti bei ricordi!

    Valentina · 11 Febbraio 2018 alle 21:41

    Grazie mille Robi! 🙂 mi sono divertita tantissimo a scriverlo e a cercare le foto! Quante perle e quanti ricordi sono saltati fuori!

Alessia - UnaValigiaDiEmozioni · 9 Febbraio 2018 alle 14:28

Bellissimi anche i tuoi ricordi. Ascoltavo gli Aqua alle superiori 😱😱😱, abbiamo solo 7 anni di differenza ma tu li ascoltavi da bambina🤔 davvero rileggendo i vari post della nostra iniziativa #viaggi90 sembra impossibile si potesse viaggiare così… Eppure! Non oso immaginare cosa scriveremo tra 20anni😂😂😂

    Valentina · 11 Febbraio 2018 alle 21:46

    Eheheh ero una bambina, ma ho un fratello della tua età, e grazie a lui ero super aggiornata sulla musica del momento! Alternavo le canzoncine dello Zecchino d’Oro agli Aqua e agli U2, per dire 😀 e grazie a tutti gli album di foto di quegli anni, sono riuscita a ricordarmi tantissime cose che pensavo di aver dimenticato! Spesso mi chiedo che effetto farà raccontare queste cose ai miei figli (quando ne avrò)

Paola · 9 Febbraio 2018 alle 12:14

Pensare di andare in un posto senza aver prima visto tutto su internet mi sembra impensabile! Eppure era così! Pensa che alla fine degli anni ‘90 sono andata in Francia e in Inghilterra in vacanza studio con l’unica informazione di un punto sulla cartina 🙂

    Valentina · 12 Febbraio 2018 alle 15:20

    Mamma mia che tempi! è proprio vero, oggi sembra una modalità di viaggio surreale.. che bella questa iniziativa, ha tirato fuori tantissime perle e ricordi che pensavo di avere dimenticato! 🙂

oltreleparole · 9 Febbraio 2018 alle 11:28

Quanti bei ricordi! Anche io mi ricordo bene le mappe e le cabine telefoniche. Non parliamo dei rullini poi, tre quarti delle foto erano sempre con qualche dito di troppo o qualche testa mozzata. Ho sempre pensato a quante risate si facesse ogni volta il tipo dove andavamo a sviluppare le foto ahahha che tempi!

    Valentina · 12 Febbraio 2018 alle 15:30

    Ahahahah le teste mozzate!! L’altra sera, mentre sfogliavo i miei album di foto, mi sono imbattuta in almeno tre o quattro foto così 😀 ma che meraviglia di vacanze, ragazzi!

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